Nella giornata di ieri è andata in scena l’ennesima polemica mossa dal deputato Aboubakar Soumahoro che in una dichiarazione (ripresa dal Giornale) ha puntato il dito contro la condizione della comunità islamica di Monfalcone chiedendo un intervento – peraltro “urgente” – al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi; ma di contro l’unica risposta che ha ottenuto – almeno per ora – è quella dell’infuriatissima e intransigente sindaca del comune friulano: Anna Maria Cisint. Partendo da Soumahoro, l’episodio che ha scatenato la sua richiesta di intervento a Piantedosi è la consegna nel centro culturale islamico di Monfalcone di alcune pagine del Corano bruciate, accompagnate dal messaggio ‘il Sacro Corano che pulisce il culo dei cristiani’.
Atti che sono il deputato Dem sono “minacce e intimidazioni”, parte di una “violenta campagna d’odio” che da tempo circola in Italia, “sdoganata e fomentata dalle destre, che di questo atteggiamento razzista ne hanno fatto un cavallo di battaglia per raccattare voti”. Secondo Soumahoro – a fronte dell’accaduto a Monfalcone e in altre parti d’Italia – “è urgente un intervento del ministro dell’Interno” che dovrebbe “sanzionare tali atti, islamofobi e razzisti“.
La sindaca di Monfalcone contro Soumahoro: “Strumentalizza la realtà per attaccare la mia amministrazione”
All’indignato Soumahoro non è ancora arrivata alcuna risposta dal ministro Piantedosi e neppure dalle – citate ed accusate da lui stesso – “destre”, ma a rimetterlo in riga ci ha pensato la stessa sindaca di Monfalcone che (sempre citata dal Giornale) ha accusato “la Sinistra e i loro fiancheggiatori” di star sfruttando “l’episodio delle lettere (..) per una campagna di attacco fazioso verso l’amministrazione comunale, capovolgendo completamente la realtà”. Il racconto fazioso di Soumahoro – secondo la sindaca di Monfalcone – mirerebbe a giustificare “volutamente il processo di islamizzazione in atto” che rischia di cancellare “la nostra identità”.
Cisint ha anche ricordato che dal conto suo ha cercato di giungere ad una vera integrazione, ottenendo solamente “il rifiuto della comunità islamica” che ancora segrega le donne, rifiuta “la conoscenza della nostra lingua [e] il rispetto nei confronti delle ragazze minori”. Tornando a Soumahoro, la sindaca di Monfalcone l’ha ancora accusato di usare in modo “strumentale e vittimistico un episodio” – che comunque secondo lei “va condannato” -, ottenendo solo l’effetto di far emergere “il vero volto di questi centri islamici: il risentimento e l’avversione verso tutta quella maggioranza di cittadini che mi ha appoggiato al Parlamento Europeo”.