La famiglia di Aboubakar Soumahoro rischia di andare a processo. La procura di Latina ha chiesto il giudizio per la moglie Liliane Murekatete, la suocera Marie Therese Mukamitsindo e i due cognati del deputato Michel Rukundo e Richard Mutangana, in quanto le spiegazioni fornite non reggono e le prove sulla maxi evasione fiscale compiuta tramite le cooperative per l’accoglienza dei migranti sono solide. Stessa richiesta per due collaboratori dei quattro, Ghislaine Ada Ndongo e Christine Ndyanabo Koburangyira.
La decisione dovrà essere presa il prossimo 6 ottobre dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Latina, Pierpaolo Bortone. Agli indagati erano state applicate misure interdittive e sequestrato nel complesso oltre 650mila euro. Per gli inquirenti, il sistema costruito dalla famiglia di Soumahoro è «connotato da rilevanti opacità nella gestione», con fondi ingenti destinati alle coop «in parte non rendicontati, in parte utilizzati per scopi apparentemente estranei allo scopo sociale e in parte destinati ad utilizzi anche all’estero e allo stato non chiariti».
PROCURA PUNTA A PROCESSO DOPO ACCUSE SU EVASIONE FISCALE
Una volta esploso lo scandalo, Soumahoro lasciò Alleanza Sinistra e Verdi per passare nel Gruppo Misto. Il deputato ha sempre difeso la moglie. Quando scoppiarono le polemiche per i vestiti e le borse griffate indossati dalla donna, parlò di «diritto alla moda e all’eleganza» e giurò che, avendo costruito tutta la carriera attorno alle battaglie per i diritti dei lavoratori, non sapeva nulla di quanto sarebbe eventualmente accaduto a casa sua. Ma secondo chi indaga, l’evasione fiscale sarebbe stata realizzata usando fatture false per operazioni inesistenti e i soldi che servivano per i migranti sarebbero stati dirottati anche in Africa, dove Rukundo ha aperto un resort.
Nel mirino degli inquirenti è finita pure l’Associazione Jambo Africa, con tre degli indagati che si sarebbero succeduti dal 2014 nel ruolo di legali rappresentanti (Koburangyira, Ada Ndongo e Mutangana). Il sospetto è che l’associazione sia stata creata per fornire manodopera alla coop Karibu, al cui vertice a quanto pare c’era la suocera di Soumahoro, secondo schemi di esternalizzazione considerati illegali. Stando a quanto riportato da Latina Today, agli indagati viene anche contestato il mancato pagamento denunciato da alcuni lavoratori impiegati nelle cooperative Karibu e Consorzio Aid.