COME È COMINCIATO (DA SINISTRA) IL “SISTEMA SOUMAHORO”…

Gli arresti della moglie e suocera di Aboubakar Soumahoro (un anno dopo la fine delle indagini, il che qualche polemica sulla celerità della giustizia dovrebbe sollevarla, ndr) hanno confermato una sensazione che già aleggiava nelle settimane di massima esposizione mediatica del parlamentare ex Alleanza Verdi-Sinistra dopo l’esplosione dello scandalo coop: così come il mondo culturale, mediatico e televisivo progressista aveva “elevato” la figura dell’ex leader dei braccianti, altrettanto rapidamente lo ha abbandonato rimanendo ora in silenzio dopo gli arresti domiciliari comminati a Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsindo.



Ricordando sempre che Soumahoro non si trova affatto indagato per le inchieste sulle cooperative di famiglia (la Karibu e la Consorzio Aid), resta interessante da un punto di vista meramente politico l’atteggiamento di chi aveva per anni presentato l’attuale parlamentare del Gruppo Misto come un personaggio al di fuori di ogni sospetto e in grado di contrastare da sinistra la politica anti-immigrazione del Centrodestra. Da Diego Bianchi “Zoro” a Propaganda Live fino a Marco Damilano su L’Espresso, da “La Repubblica” a “Che tempo che fa” con Fabio Fazio e Roberto Saviano, fino a “Piazzapulita” con Corrado Formigli: tolto quest’ultimo che nella famosa intervista sul “diritto all’eleganza” ha quantomeno affrontato di petto la vicenda dello scandalo cooperative migranti, quasi tutti quelli che avevano invitato e evidenziato Soumahoro come figura sociale e politica di forte valore, lo hanno poi abbandonato senza più difenderlo dopo le prime accuse mosse contro la sua famiglia. Come scrive Francesco Del Vigo sul “Giornale”, «La proiezione di tutti i cliché buonisti racchiusi in una sola biografia: una storia di riscatto, di lotta sindacale, di impegno politico e difesa dei più deboli. Una storia troppo bella e perfetta per essere vera. E infatti non lo era. Ma questa trama, non dimentichiamolo, è un’opera collettiva scritta da molte mani, tendenzialmente tutte mancine».



… E COSÌ LA SINISTRA LO HA ANCHE ABBANDONATO. SALVINI “L’ESPRESSO NON SI SCUSERÀ MAI”

Per anni Aboubakar Soumahoro è stato mostrato come un idolo della sinistra proletaria e operaia, vicino ai braccianti migranti sfruttati al Sud e in forte contrasto con l’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini sulla gestione migratoria. Una figura sempre più in vista tanto da essere invitato a candidarsi tra le file della sinistra, con Alleanza Verdi-Sinistra sostenuto anche dal Pd. Elly Schlein – quando ancora era europarlamentare – lo incontra a Bologna e sui social pubblica il selfie con il leader sindacale ivoriano: «Finalmente con Aboubakar Soumahoro, gran testa e grande cuore, una persona vera». Sottolinea ancora “Il Giornale” nell’evidenziare il paradosso di questo anno passato dopo le indagini mosse ai familiari di Soumahoro, «adesso che il sistema Karibu è crollato, attorno a Soumahoro, moglie e suocera regna solo il silenzio e i primi a scomparire sono proprio coloro i quali hanno contribuito a creare questo fenomeno».



In un dialogo con “Libero Quotidiano” è stato chiesto al vicepremier Matteo Salvini cosa ne pensi delle disgrazie giudiziarie che hanno colpito la famiglia di Soumahoro, in particolare modo il “silenzio” della sinistra ora che è il parlamentare è mediaticamente “segnato” dalla vicenda coop: «se aspetto che qualcuno si scusi con me, buonanotte…». Così il leader della Lega si esprime in riferimento al settimanale “L’Espresso” che nel 2018 mise in copertina la contrapposizione Soumahoro vs Salvini con la dicitura “Uomini e No” in un palese attacco alla politica migratoria dell’allora Ministro al Viminale. «Il tempo mette le cose a posto», confida ancora Salvini a “Libero”, «Ricordo bene quella copertina, ma ho presente centinaia di articoli contro di me. È un vizio della sinistra attaccare i politici dell’altra parte non sui programmi o sulle idee ma sul personale».