CASO SOUMAHORO, L’AMMISSIONE DELLA SUOCERA: “NON PAGAMMO GLI STIPENDI…”
Malversazione, truffa e false fatturazioni: la suocera di Aboubakar Soumahoro – Marie Thérèse Mukamitsindo – è indagata per questi tre capi di accusa in merito alla gestione delle due cooperative di accoglienza migranti – la Karibu e la Consorzio Aid – con la Procura di Latina che per il momento esclude vi siano altri indagati nella vicenda ancora tutta da chiarire sul “caso coop”. Secondo quanto riportato però oggi dal “Corriere di Roma” e da “La Verità” emergono due importanti novità sulla vicenda che vede coinvolto il deputato (autososospeso) di Verdi e Sinistra: in primis, una prima “ammissione” della stessa madre della compagna di Soumahoro; in secondo luogo, la storia raccontata dall’ex sindaco di Roccagorga (LT) che fa comprendere meglio quale possibile legame profondo sia stato intessuto dalla coop di Marie Thérèse Mukamitsindo e le autorità locali.
Il quotidiano “Corrirere di Roma” riporta oggi alcuni stralci delle dichiarazioni rese dalla suocera di Aboubakar Soumahoro di fronte alla commissione dell’ispettorato del lavoro di Latina, che risuonano come prima ammissione in merito alle diverse accuse lanciate nei giorni scorsi dopo le denunce di alcuni dipendenti e ospiti della “Karibu”: «Si è vero. Non gli abbiamo fatto il contratto e non abbiamo pagato gli stipendi. Ma eravamo in difficoltà». Come spiega “Open Online”, Mukamitsindo avrebbe concluso un accordo con l’ispettorato ed è ora è «chiamata a sanare le posizioni di Kadmiri (42enne ingegnere che a “Open” aveva dichiarato di essere stato pagato solo due volte in due anni presso la coop Karibu, ndr) e di altri due operatori che hanno lavorato per Karibu e Consorzio Aid e a restituire loro gli stipendi non pagati». Secondo il sindacato Uiltucs, i casi in questione riguardano però solo una leggera “punta dell’iceberg” rispetto a diversi altri casi dove lavoratori di quelle cooperative denunciano di addirittura 400 mila euro non versati correttamente.
“RIFIUTAI MODELLO COOP SOUMAHORO”: LA DENUNCIA DELL’EX SINDACO ROCCAGORGA NANCY PICCARO
In attesa di capire quale posizione potrebbe prendere ora Aboubakar Soumahoro nei confronti della suocera – davanti alle tante accuse e ipotesi di reato che spuntano ormai da settimane – una vicenda particolare viene raccontata a “La Verità” dalla ex sindaco di Roccagorga, Nancy Piccaro. Il piccolo Comune di 5mila abitanti vicino a Latina riceveva negli scorsi anni svariati fondi per accogliere migranti, tutti gestiti dalla cooperativa “Karibu” di Marie Therese Mukamitsindo. L’accordo iniziale era stato preso dall’allora sindaco di Roccagorga, Carla Amici (esponente Pd e sorella dell’ex sottosegretario Sesa Amici nei Governi Letta-Renzi-Gentiloni) con un iniziale bando e continue proroghe poi avvenute nel corso degli anni: tutto però venne reso noto nel 2018 quando il Ministero dell’Interno (guidato da Matteo Salvini, ndr) mandò un alert per comprendere meglio l’afflusso di finanze dalle casse pubbliche alla coop gestita dalla suocera di Soumahoro. Nancy Piccaro, all’epoca presidente dell’Ordine degli infermieri di Latina, era in contestato con questa modalità di accoglienza migranti e decise di candidarsi con una lista civica per sconfiggere alle urne la sindaca Amici. Vinse il 28 maggio 2019 e così racconta la stessa Piccaro a “La Verità” cosa avvenne subito dopo: «La Amici cercava di fare entrare tutti questi migranti rinnovando affidamenti su affidamenti. Il Comune di Roccagorga ha ospitato il progetto Sprar (il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) per molti anni, a partire dal 2014, rinnovando l’affidamento diretto alla coop Karibu senza mai fare una gara a evidenza pubblica anche quando ormai erano in vigore le regole del Codice degli appalti, ma durante il periodo dell’amministrazione da me guidata il servizio alla coop è stato revocato il 31 dicembre 2020».
Ma l’impegno della lista civica Piccaro contro il sistema di accoglienza migranti nel piccolo Comune laziale vide da subito diversi contrasti: dopo pochi mesi la neo-sindaca che aveva appena rinunciato ai soldi dello Sprar, la sua giunta venne sciolta proprio dopo la mancata approvazione del rendiconto comunale. Secondo Piccaro la questione è tutt’altro che “casuale”: «La mia giunta è caduta forse proprio perché non si sottoponeva a certi accordi, tanto che noi il rapporto con la Karibu e questo modello di accoglienza vizioso e viziato lo abbiamo interrotto». Ancora più duramente, l’ex sindaco denuncia «La mancata approvazione del rendiconto è stata una manovra politica probabilmente legata anche al fatto che facevamo ostracismo contro queste e tante altre modalità di gestione della cosa pubblica. Evidentemente davamo fastidio, tant’ è che il commissario ha approvato gli stessi bilanci e rendiconto che avevamo preparato noi». In merito alle voci circa le quali l’ex sindaco Amici fosse anche commercialista della coop di famiglia Soumahoro o che l’assessore Pd ai Servizi sociali, Tommaso Ciarmatore, fosse dipendente della medesima cooperativa, Piccaro prende distanza dicendo che non si tratta di reato ma «è quanto meno inopportuno». A far convergere però i sospetti della ex sindaco con le attuali indagini della Procura di Latina – non solo falso, truffa e malversazione, ma anche eventuali maltrattamenti e minacce – ci pensa la stessa Piccaro nel confessare a “La Verità” come la scelta di interrompere il progetto Sprar sui migranti «non fu facile perché se da un lato pensavamo che accogliere soggetti fragili, in fuga da guerre o da situazioni drammatiche, fosse nostro dovere morale (anche se poi i soggetti accolti erano tutti giovani uomini), in realtà poi ci rendevamo conto che una tale gestione dell’immigrazione perpetrava in pratica uno sfruttamento di esseri umani che venivano ammucchiati in case-alloggio, con scarsi controlli e in condizioni precarie, che facevano emergere una situazione di sfruttamento della loro condizione, tanto che ricordo di aver trovato agli atti una lettera proveniente dal ministero dell’Interno, pervenuta nel gennaio 2019, che evidenziava diverse criticità emerse nelle visite di monitoraggio effettuate nel 2018». Il Partito Democratico di Latina attaccò duramente la sindaca civica, specie dopo aver rescisso il contratto di collaborazione tra “Karibu” e sistema Sprar di Roccagorga: «ci accusava di insensibilità, di mancata solidarietà e finanche di razzismo, ma stranamente ora non si registrano ufficialmente posizioni di condanna da parte dei dem sulla situazione di illegalità diffusa che sta emergendo, come anche nessuna difesa dei lavoratori sia italiani che stranieri. Un atteggiamento che è indice di una doppia moralità», conclude Nancy Piccaro ai colleghi de “La Verità” sulla vicenda di Aboubakar Soumahoro.