LA PROPOSTA DI SOUMAHORO SULLA FESTA NAZIONALE DEL RAMADAN
Nelle settimane in cui le discussioni a livello politico e scolastico sulla festa islamica del Ramadan – che si celebra oggi 10 aprile, giorno di “Eid al-Fitr 2024” – si fanno incandescenti, il già “controverso” parlamentare del Gruppo Misto, Aboubakar Soumahoro, se ne esce con una proposta che di certo non contribuirà a rendere più “sereno” il dibattito. «Ho presentato una proposta di legge per rendere festivo il giorno dopo la fine del Ramadan, la festa di Eid Al Fitr»: così spiega su Instagram l’ex leader dei braccianti al centro delle polemiche politiche e giudiziarie per il processo a carico di moglie e suocera per la gestione dei migranti nelle cooperative di famiglia.
In occasione della fine Ramadan, Soumahoro sui social augura a tutti i fratelli mussulmani in Italia e nel mondo l’augurio di Eid Al Fitr ed è in quella occasione che annuncia l’ultima, discussa, proposta: «Colgo l’occasione per comunicare che ho presentato una proposta di legge per rendere festivo il giorno dopo la fine del Ramadan, la festa di Eid Al Fit». Secondo il parlamentare espulso da Pd e AVS dopo le inchieste sulla famiglia, oltre al rispetto dei principi della laicità dello Stato «e della pluralità religiosa previsti dalla Costituzione, credo che questo sia un modo concreto per riconoscere, aggiornare, adattare e armonizzare le leggi del nostro Paese con la realtà attuale e rinnovata».
DA SOUMAHORO A SALVINI, IL NODO DEL RAMADAN È SEMPRE PIÙ POLITICO
Per Soumahoro, l’Italia è ormai «cambiata» e serve arricchirla di «pluralità» anche dal punto di vista religioso: «Oggi, l’Islam è la seconda religione più diffusa. Il nostro Paese è la terza nazione nell’Unione Europea, dopo Germania e Francia, per presenza di persone della comunità di fede musulmana», conclude su Instagram il parlamentare al Gruppo Misto. E così mentre scuole chiudono per la fine Ramadan e pure dalle Università giungono richieste dagli studenti islamici di considerare la festa musulmana come Natale e Pasqua, la proposta di Soumahoro rischia di esacerbare gli animi, anche se difficilmente troverà ampio consenso in Parlamento.
Durante un recente intervento, il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini è tornato sul tema del Ramadan dando seguito alla sua battaglia verso le Europee di non perdere le radici giudaico-cristiane tanto in Europa quanto in Italia: «quando qualche insegnante decide che invece della Pasqua invece che il Ramadan, compie un atto osceno nei confronti della nostra cultura». Per il Ministro dei Trasporti, uno dei problemi cronici dell’Europa è l’aver cancellato anni fa le proprie stesse radici occidentali (giudaico-cristiane), con la complicità dei partiti di sinistra: «libertà, civiltà e accoglienza sono sotto attacco», aggiunge il leader della Lega, «quando nei Paesi islamici ci sarà la stessa tolleranza e inclusività allora ne riparliamo». Per il vicepremier dato che già decenni fa sono state cancellate diverse festività cristiane dal calendario ufficiale scolastico, la proposta fatta al collega dell’Istruzione Valditara è quella di «piuttosto che chiudere le scuole per Ramadan che è una resa educativa e culturale magari insegniamo a chi arriva da lontano chi siamo e quale culturale abbiamo». Come conclude Salvini in quella che appare, indirettamente, come una “risposta” alla proposta di Soumahoro, «non puoi integrare qualcuno se cancelli il tuo essere».