POSSIBILI FONDI DAL COMUNE DI ROMA ALLA COOP DI FAMIGLIA SOUMAHORO?
In parallelo con le indagini della Procura di Latina, il sistema di gestione delle due cooperative di accoglienza migranti di proprietà della famiglia di Aboubakar Soumahoro continua ad essere al centro delle cronache mediatiche e politiche. Le contestazioni di reato alla suocera del deputato (autosospeso) di Verdi-Sinistra, Marie Therese Mukamitsindo, restano gravissime mentre la posizione del parlamentare resta delicata per il momento “solo” dal punto di vista politico: truffa aggravata, false fatturazioni e malversazione sono i tre capi di accusa finora formulati per la suocera di Soumahoro, responsabile diretta delle coop “Karibu” e “Consorzio Aid”. Ma elementi nuovi dalle indagini continuano ad emergere, con gli approfondimenti sui rapporti tra la “Karibu” e le amministrazioni locali del Pontino che giungono direttamente al Comune di Roma.
Secondo i documenti in mano al quotidiano diretto da Tommaso Cerno “L’Identità”, erogazioni in fondi economici sono partiti verso la cooperativa della famiglia Soumahoro sia durante la giunta Raggi (M5s) che nella recente neo-giunta Gualtieri (Pd). «Nel 2021 la Karibu avrebbe ricevuto pagamenti dalla Capitale per 30.303 mila euro: 8mila l’11 giugno, 6200 e 2900 il 9 settembre e 13203 il 5 novembre», spiega “L’Identità”, sottolineando come invece nell’anno precedente, il 2020, nelle tasche della coop di Mukamitsindo sarebbero arrivati quasi 63mila euro con due versamenti da 31.090 l’11 febbraio e 31.531 il 21 febbraio. Il punto però è che dai bilanci sia della “Karibu” che dello stesso Campidoglio, non tornano i conti rilevati da questi scoop. Addirittura la sezione relativa a «cooperative ed associazionismo» del Comune di Roma – riporta “IlGiornale” – che corrisponde alle spese sostenute a sostegno delle associazioni del terzo settore, riporta uno zero sostanziale.
CAOS BILANCI E FONDI SOSPETTI, TUTTE LE NOVITÀ SUL “CASO SOUMAHORO”
Ma dunque occorre pensare che non vi siano mai stati legami tra le cooperative della famiglia Soumahoro e il Comune di Roma? Non esattamente, visto quanto denunciato oggi da Fabrizio Santori, capogruppo della Lega in Campidoglio: «Cifre altissime, che dal 2016 ad oggi ammonterebbero a oltre 2 milioni». Insomma, il “rebus” sui bilanci resta dirimente, come sentenzia lo stesso consigliere leghista a “IlGiornale”: «Vogliamo vedere i bilanci, sapere quanti bandi sono stati vinti da questa cooperativa anche a livello regionale e se siano mai arrivate prima lamentele dai lavoratori o da chi era loro vicino. C’è totale mancanza di controlli puntuali, seri ed accurati anche su quello dei diritti del lavoro, per la sicurezza, l’igiene, la sanità e la condizione dei dipendenti».
Mentre le indagini proseguono a livello giudiziario per capire se vi siano state irregolarità nei finanziamenti e assegnazioni di bandi per le cooperative di accoglienza migranti della suocera di Aboubakar Soumahoro, non si placano le inchieste giornalistiche di “Striscia La Notizia” su altre vicende sempre legate al parlamentare di AVS. Aboubakar Soumahoro è “attenzionato” per la costruzione della “Casa dei Diritti” in merito ai fondi raccolti e poi effettivamente utilizzati: la dimora solidale a Torretta Antonacci, nel foggiano, doveva diventare un punto di riferimento per i braccianti sfruttati dal caporalato ma, secondo diverse segnalazioni fatte alla trasmissione Mediaset, «non è mai entrata del tutto in funzione». La denuncia di alcuni ex collaboratori riguarda la raccolta fondi prima su piattaforma di crowfunding e poi spostata (senza apparentemente motivo) sul conto della “Lega Braccianti”. L’ex socio Mamadou Balde ancora a “Striscia” racconta di come il “modus operandi” di Soumahoro fosse tutt’altro che impeccabile: «Durante il Covid abbiamo fatto richiesta per l’assegno del reddito d’emergenza: Soumahoro ci ha detto di fare tutti domanda dal nostro patronato e l’accordo con lui era che 25 euro sarebbero andati al patronato e 25 euro a noi braccianti. Abbiamo fatto più di 600 domande, peccato che quando i soldi sono arrivati e abbiamo chiesto la nostra parte, Soumahoro ha cambiato faccia e ci ha ignorato. Ci ha sfruttato, ha utilizzato noi migranti per fare carriera».