C’è un nuovo giallo attorno alla figura di Aboubakar Soumahoro, il deputato di origini ivoriane che ha lasciato il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera dopo l’inchiesta relativa alle cooperative gestite dalla moglie e dalla suocera, Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsido, rinviate a giudizio per evasione fiscale e altri reati contabili. Stavolta si tratta del secondo libro. Sul sito della Feltrinelli fino a pochi giorni fa c’era una scheda di prenotazione di acquisto del “Manifesto degli invisibili“, il presunto nuovo libro di Soumahoro, al costo di 9,99 euro per l’e-book.
Si era anche parlato della possibile uscita, prevista per il 15 gennaio 2024. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, in realtà Feltrinelli fa sapere che non c’è mai stato alcun libro scritto. La scheda di presentazione risale ad un paio di anni fa, non è stata seguita da alcun testo, quindi non c’è alcuna uscita in programma. Soumahoro ha deciso forse di abbandonare l’idea di scrivere un libro sugli sfruttati, dopo il primo “Umanità in rivolta“. L’obiettivo del nuovo testo, scrive Libero, era quello di dare voce ai lavoratori sfruttati, ai rider che lavorano per le grandi società di consegne.
SOUMAHORO E IL LIBRO FANTASMA: RESTA L’ESTRATTO…
Quello di Soumahoro doveva essere una sorta di saggio destinato a raccontare le storie degli sfortunati, quelli che lo stesso deputato dichiarava di voler rappresentare in Parlamento. Si è anche parlato di un rinvio al 19 gennaio del prossimo anno, ma anche Libero fa sapere, citando più fonti di Feltrinelli Editore, di non aver mai visto il testo. Pare che il libro fosse entrato nel piano editoriale di Feltrinelli a gennaio 2022, nient’altro. Per la casa editrice è solo una questione “tecnica”: la prenotazione era stata inserita sul sito, come ipotesi di uscita futura del libro di Soumahoro, e poi non è stata rimossa. Ma non c’è mai stata la copertina, solo un estratto, riportato da Libero.
«Un fattorino una volta mi ha detto: “Noi non siamo rider, siamo i braccianti delle metropoli. Lavoriamo in condizioni di precarietà, prendiamo quanto i braccianti delle campagne del Foggiano”. Aveva ragione. Per questo motivo, un bracciante deve camminare gomito a gomito con i rider, coi disoccupati, coi lavoratori dipendenti e autonomi. Ciò che i braccianti, i rider, i giornalisti a cottimo e i lavoratori precari hanno in comune è la condizione di sfruttamento e di precarietà. (…) Oggi il mondo del lavoro è il teatro di una compressione drastica dei diritti e degli spazi di libertà. Abbiamo l’illusione di essere in un mare aperto nel quale siamo liberi di muoverci, e invece la nostra libertà è compressa, mentre il lavoro non garantisce condizioni di vita dignitose». Chissà se resterà solo questo del presunto libro di Soumahoro.