L’ipotesi della distrazione di fondi per i migranti dietro l’acquisto della villa dei Soumahoro a Roma, un immobile del valore di circa 360mila euro. È quanto riporta La Verità in merito ai nuovi elementi emersi nell’indagine sulla moglie del deputato, con l’attenzione investigativa che punterebbe a chiarire ogni contorno del patrimonio immobiliare comprendente anche tre appartamenti a Bruxelles.



La casa romana di Liliane Murekatete e Aboubakar Soumahoro, secondo gli inquirenti, potrebbe essere stata acquistata con soldi sottratti alle cooperative gestite dalla suocera del deputato, Marie Terese. La moglie di Soumahoro sarebbe stata iscritta nel registro degli indagati per le ipotesi di bancarotta fraudolenta, frode in pubbliche forniture e autoriciclaggio. Per l’accusa, i suoi stipendi non giustificherebbero la capacità economica per sostenere investimenti immobiliari “in serie”, ricostruisce ancora il quotidiano, e l’inchiesta servirà a chiarire anche l’eventualità di un utilizzo di denaro che doveva essere destinato invece ai migranti.



Caso Soumahoro, la famiglia si spacca? “Moglie e suocera del deputato si accusano a vicenda”

Secondo quanto riporta Repubblica in queste ore, a casa Soumahoro si sarebbe innescata una frattura di famiglia. “Moglie e suocera si accusano a vicenda“, scrive il quotidiano parlando di una sorta di “tutti contro tutti” nel pieno delle indagini sul presunto maxi raggiro che, secondo l’accusa, sarebbe stato portato avanti per mesi sfruttando soldi destinati ai migranti ospiti nei centri gestiti dagli indagati. Denaro che, secondo l’ipotesi investigativa, potrebbe essere stato usato anche per investimenti in beni di lusso e immobili all’estero. Presunti affari tra l’Italia e il Belgio che ora sarebbero sotto la lente degli inquirenti e che potrebbero sfociare in un rinvio a giudizio per moglie, suocera e due cognati di Soumahoro all’esito della valutazione del gip, prevista per il 1° marzo prossimo.



Gli indagati, ripora il quotidiano, avrebbero respinto le accuse ma su alcune questioni non avrebbero fornito spiegazioni e avrebbero scaricato sugli altri parte delle contestazioni. Un quadro piuttosto fluido nel quale si insinua l’ombra di una spaccatura familiare che potrebbe riservare sorprese in sede giudiziaria. Poche ore fa, la notizia secondo cui anche l’Ufficio dell’Unione europea per la lotta Antifrode (Olaf) avrebbe avviato una indagine sulle cooperative riconducibili alla famiglia della moglie di Soumahoro, Karibu, Consorzio Aid e Jambo Africa.