Non si placa la scia di sospetti sugli affari della famiglia di Aboubakar Soumahoro e ora l’attenzione investigativa punterebbe sulla presunta distrazione di fondi dalle coop per i migranti per l’acquisto di beni di lusso, immobili tra la Capitale e il Belgio e persino per il pagamento della clinica privata in cui Liliane Murekatete, moglie del deputato, avrebbe partorito. Spese folli, insomma, che non avrebbero alcuna giustificazione nelle maglie della gestione delle cooperative per l’accoglienza gestite dalla suocera di Soumahoro, Marie Therese Mukamitsindo.
Nelle trame del presunto raggiro avrebbero avuto un ruolo, ipotizzano gli inquirenti, anche due cognati del deputato e le posizioni di tutti ora sono al vaglio del gip che, dopo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura di Latina, potrebbe disporre un processo. Sui movimenti di denaro dai conti delle coop, tra cui la Karibu, si sarebbe acceso anche l’occhio dell’Ufficio europeo Antifrode e, riporta Repubblica, secondo il liquidatore di Karibu la situazione sui presunti fondi distratti sarebbe decisamente più grave di quanto finora ipotizzato dalle Fiamme Gialle: si parla infatti di un totale di circa 7 milioni e mezzo di euro e non di una somma di poco più di 2 milioni. Soldi che sarebbero “spariti” nei meandri di investimenti e acquisti lontani anni luce da quanto la gestione dei migranti avrebbe giustificato.
Soumahoro, parte dei fondi per i migranti sarebbero finiti nelle mani di un cognato in Africa
Secondo quanto ricostruito da La Verità sullo scandalo dei fondi per i migranti, una parte degli stessi sarebbe finita nelle mani di un cognato del deputato che, oggi irreperibile, si sarebbe rifatto una vita in Africa. Tra le spese di famiglia, stando alla ricostruzione, ci sarebbero anche quelle sostenute per un ristorante italiano in Ruanda e sfilate di moda. Un ventaglio di “capricci” che potrebbe costare caro se venissero confermate le ipotesi dell’accusa.
C’è poi un’altra ombra sulla questione, anch’essa riportata da Repubblica nelle ultime ore: secondo un’analisi delle uscite condotta dal liquidatore, sarebbe emerso il sospetto che una parte del denaro delle coop sia stata impegnata dalla moglie di Soumahoro per pagare parte della spesa per la clinica romana dove ha partorito. Si tratterebbe di 450 euro che sarebbero stati utilizzati, stando all’ipotesi a carico di Liliane Murekatete, per pagare un supplemento per una stanza singola all’interno della struttura sanitaria. E non sarebbe finita qui. Secondo quanto riporta Il Messaggero, infatti, dalle carte dell’inchiesta sulle operazioni di Karibu emergerebbero altre spese private che sarebbero state sostenute con carte prepagate riconducibili alla gestione della cooperativa. Si tratterebbe di acquisti di tutt’altra natura: articoli firmati Gucci, Luisa Spagnoli, Ferragamo, Dolce & Gabbana, Tiffany sarebbero nella lista della “spesa di lusso” in cui non mancherebbero persino centri estetici e ristoranti di classe.