IL MISTERO DEL MUTUO DI ABOUBAKAR SOUMAHORO
Mentre la Procura di Latina prosegue ormai da mesi le indagini sulla gestione delle cooperative di aiuto ai migranti gestite dalla famiglia di Aboubakar Soumahoro, un tema prettamente politico si interseca sempre più con le vicende giudiziarie: i silenzi iniziali, le semi-ammissioni e l’affermazione di non aver saputo nulla circa le vicende delle coop della moglie e della suocera hanno portato al divorzio clamoroso tra il deputato eletto a settembre tra le file dell’Alleanza Verdi-Sinistra. Dopo il suo passaggio al Gruppo Misto alla Camera, Soumahoro ha diffuso un “dossier” con cui replicare, punto su punto, alle accuse giunte in questi mesi contro il suo conto. «Intendo sbugiardare le notizie di un livello disumano al quale è arrivato il giornalismo in Italia», ha denunciato nell’ultima intervista tv a “DiMartedì”.
Ebbene, proprio tra quelle carte emerge la dichiarazione dei redditi del parlamentare che mostra un reddito personale di 24mila euro nel 2020 e soli 9mila euro nel 2021 (cifra di fatto sotto il livello della soglia di povertà). Da qui nasce l’indagine de “Il Giornale” in merito al villino comprato nel giugno 2022 a Casalpalocco, in provincia di Roma, dal valore di 360 mila euro: Soumahoro ci vive con la compagna Liliane Murekatete, licenziatasi dalla ong Karibu lo scorso settembre e ora indagata per fatturazioni false. L’acquisto di quel villino resta però un “mistero”, come spiega Bianca Leonardi sul “Giornale”: «sono due i documenti di cui siamo entrati in possesso: l’atto di compravendita del villino e il contratto di mutuo stipulato dai Soumahoro, entrambi firmati dal notaio Giovanni Floridi». Ebbene, nell’atto di compravendita emerge come vi siano 50mila euro pagati subito dalla famiglia mentre i restanti 310 «mediante due bonifici effettuati a mezzo Credito Emiliano Spa, utilizzando un mutuo concesso dal predetto istituto alla parte acquirente».
ATTI MUTUO VILLINO E PRESTITO: COSA NON TORNA NELLE RISPOSTE DI SOUMAHORO
Sembrano diversi i punti che non tornano negli atti presentati da Soumahoro per difendersi dalle accuse di aver usato i soldi della compagna – derivati dalla gestione delle ong al centro delle indagini – così come le risposte date in queste settimane dal deputato non convincono fino in fondo. Andando con ordine, in primis non risulta chiaro che la banca titolare del mutuo sia Credem o Banca Intesa: «Soldi concessi, sembrerebbe, dalla Credem Banca anche se il contratto del mutuo dice altro: è Intesa San Paolo, infatti, ad erogare 266 mila euro, da saldare entro il 2052 con rette mensili. Il contratto è infatti firmato anche dalla rappresentante di Intesa San Paolo», sottolinea ancora il quotidiano diretto da Augusto Minzolini. Sulle somme poi i conti non tornano: 360 il costo totale, con mutuo all’80% che impegna 288 mila euro, ma nel contratto il mutuo è per 266 mila euro: ergo, i 22mila euro in più da dove provengono? «Probabilmente da un conto personale – spiega un consulente finanziario contattato dal “Giornale” – intestato a Soumahoro o alla compagna che, però, sarebbe stato opportuno precisare nell’atto».
Rispondendo in tv a domanda diretta a “Piazza Pulita” Soumahoro ha spiegato che per comprarsi casa ha scritto un libro: il problema è che i ricavi di “Umanità in rivolta” non spiegano affatto i conti per poter acquistare il villino. 13900 euro nel 2019, 3300 euro nel 2020 e 12000 nel 2021: non bastano. A “DiMartedì” la medesima domanda ha visto una risposta tutt’altro che netta: «La risposta è che ho anche scritto un libro, ma per vent’anni ho lavorato. Gli atti della casa comprata sono presso l’Agenzia delle entrate. Aggiungo che fino a quando una persona con melanina diversa, io direi ‘diversamente abbronzato’, vive nei sottoboschi e paga un affitto, va bene. Ma io ho comprato quella casa come qualsiasi cittadino con proventi di attività lecita, anche perché mio figlio non sta bene, il dottore di famiglia ci ha consigliato di portarlo in una zona di mare». Secondo il consulente contattato dalla collega del “Giornale”, i conti non tornano affatto: «Negli atti mancano oggettivamente dei passaggi. Nessuna banca concederebbe un mutuo di 360 mila euro a fronte di un reddito di 9 mila euro, senza garanzie di terzi e con le sole informazioni che risultano dalle carte». Si possono fare allora due ipotesi in merito all’origine di quei soldi: o li ha versati Liliane Murekatete, di cui però i sospetti al momento dei pm di Latina albergano per presunta malversazione di fondi e truffa. Oppure, ipotizza il quotidiano milanese, il denaro potrebbe arrivare dai proventi ottenuti dalle campagne crowdfunding, nel solo 2021, che «ammontano a 130 mila euro. Soldi che non sono soggetti a tassazione né a dichiarazione e che arrivano su un conto corrente intestato proprio a Soumahoro che, nonostante affermi sia destinato solo ed esclusivamente alle finalità benefiche della Lega Braccianti, non presenta il rendiconto».