La prefettura di Latina ha revocato l’affidamento di 13 centri per migranti alle cooperative Aid e Karibu gestite da Marie Therese Mukamitsindo, suocera del deputato Aboubakar Soumahoro. La notizia è stata diffusa dalla Uiltucs Latina, la sezione locale del sindacato che si occupa di turismo, commercio e servizi. Stando a quanto riportato da Rainews, in quei centri lavoravano una trentina di persone.
Intanto prosegue l’indagine della procura di Latina sulle presunte irregolarità nei centri: Mukamitsindo è indagata per truffa aggravata, false fatturazioni e malversazione di erogazioni pubbliche. In particolare, la donna è accusata di non pagare gli stipendi ai propri dipendenti da molti mesi e di mantenere i centri in condizioni ben al di sotto degli standard richiesti dallo Stato. Si tratta di un nuovo colpo alle due cooperative, dopo la liquidazione coatta per la Karibu a causa dei troppi debiti e lo scioglimento per Aid in virtù di “irregolarità non sanabili” annunciati nei giorni scorsi dal ministro delle Imprese Adolfo Urso.
IL SOSPETTO POLITICO DIETRO GLI AFFIDAMENTI
Il percorso della Karibu era però opaco da tempo. Il Giornale, ad esempio, ricorda che la cooperativa della famiglia di Aboubakar Soumahoro vinse il bando per la gestione del progetto Sprar per la gestione dell’accoglienza migranti nel 2011 e ha continuato a mantenere l’incarico fino al 2018, senza rinnovare il bando, perché c’erano le continue proroghe del Comune di Sezze. Quindi, la Karibu poteva contare sull’appoggio delle amministrazioni dei comuni pontini. Da qui il sospetto politico di cui parla Libero. Le problematiche, infatti, sarebbero state ignorate e insabbiate dai vertici delle amministrazioni locali. Quando poi si insediarono i nuovi gestori nei centri gestiti fino a quel momento dalla cooperativa Karibu, si trovarono condizioni degradanti, mancanza di cibo e trattamenti al limite dell’umano.
IL GIALLO DELLA SALMA SPEDITA TRE VOLTE IN MALI
Ma non è finita qui, c’è un altro giallo. Striscia la Notizia si sta occupando, ad esempio, di Lega Braccianti, il sindacato fondato proprio da Aboubakar Soumahoro. Nella puntata di ieri Pinuccio ha intervistato Elisa Finocchiaro, direttrice di GoFundMe, perché alcuni conti non tornano. Nella raccolta fondi per i regali di Natale si trova la spesa per la spedizione di una salma di un migrante, un uso diverso rispetto allo scopo della campagna. Ma dagli aggiornamenti fatti sotto la raccolta fondi si vede che anche per la raccolta fondi per lo sciopero a Roma c’è l’indicazione all’uso per la spedizione della stessa salma in Mali. Forse sono stati usati entrambi i fondi perché con uno non si poteva raggiungere l’importo necessario per il rimpatrio della salma, ma il punto è un altro: usare fondi per scopi diversi rispetto a quelli dichiarati. Eppure per il rimpatrio di quella salma Aboubakar Soumahoro aveva lanciato una raccolta fondi dal suo profilo Facebook per la quale sono state usate le coordinate bancarie del conto corrente intestato alla Lega Braccianti.