AL VIA IL PROCESSO SUI FAMILIARI DI SOUMAHORO: SCATTANO GIÀ LE PRIME POLEMICHE
È scattato in questi giorni il processo ai familiari di Aboubakar Soumahoro a Latina, in merito presunte irregolarità nella gestione delle cooperative di braccianti Karibu e Consorzio Aid, e già emergono le prime polemiche. Nella prima udienza questa settimana in aula sono presenti tutti tranne la moglie del deputato ex Pd e AVS, Liliane Murekatete: davanti al giudice monocratico Simona Sergio, sono presenti la suocera Marie Therese Mukamitsindo e Michel Rukundo, fratellastro della moglie del deputato. Con loro anche gli avvocati difensori Lorenzo Borrè e Francesca Roccato, così quelli di parte dell’accusa.
La Procura di Latina contesta ai familiari di Soumahoro (il quale risulta del tutto estraneo ai fatti e non indagato) i reati di evasione fiscale, fatture false e reati tributari in merito alla gestione della cooperativa Karibu e le sigle “satellite”, ovvero il Consorzio Aid e la Jumbo Africa. In realtà la prima udienza ha visto di fatto solo l’ammissione o meno delle parti civili in causa, con gli avvocati difensori degli imputati che hanno contestato le richieste di risarcimento danni che arrivano dagli ex lavoratori delle cooperative, tutelati al processo dal sindacato UilTuCS. Ed è proprio dalla sigla sindacale che arriva l’accusa di come durante le prime fasi processuali alcuni dei familiari di Soumahoro imputati avrebbero deriso e “sfottuto” gli ex lavoratori e braccianti delle cooperative sotto inchiesta.
LA DENUNCIA DEL SINDACATO CHE DIFENDE GLI EX LAVORATORI: “FAMIGLIA SOUMAHORO DERIDE I BRACCIANTI”
«I sorrisi e gli atteggiamenti denigratori visti oggi in udienza quando si è parlato delle difficoltà dei lavoratori, è la fotografia perfetta della cifra di queste persone» è l’accusa lanciata dal segretario provinciale della UilTuCS Gianfranco Cartisano, ai microfoni de “La Verità” al termine della prima udienza. Davanti alle contestazioni che venivano lette in aula dal sindacato, «la proprietaria della cooperativa Karibu, la suocera del deputato Aboubakar, Maria Terese Mukamitsindo ha iniziato a sorridere in modo beffardo».
Secondo il responsabile di UilTuCS Latina, i familiari del deputato «Non hanno pagato 400mila € ai loro dipendenti e sbeffeggiano le loro vittime durante l’udienza». Gli stipendi non venivano pagati, è la tesi dell’accusa ribadita ancora dai chi tutela gli interessi delle vittime, «perché i soldi delle coop venivano utilizzati per le spese personali degli imputati. Uno scandalo che abbiamo fatto emergere noi con le nostre coraggiose denunce». Nel corso del processo andrà verificato se tale comportamento criminoso sia realmente avvenuto e se, come denunciano gli ex lavoratori (e come riporta l’ordinanza di arresto che ha posto ai domiciliari madre, figlia e cognato di Soumahoro), i migranti ospitati erano tenuti nei centri della cooperativa in mezzo a topi e scarafaggi, mangiando cibo di scarsa qualità e con livelli di igiene non accettabili. Oltre ai presunti debiti con i dipendenti, nel corso del procedimento sui Soumahoro ne è emerso un altro con il Fisco: si tratterebbe di 3 milioni di tasse non pagate.