Udienza preliminare oggi del processo per bancarotta fraudolenta, frode in pubbliche forniture e autoriciclaggio che vede imputati la moglie e la suocera del deputato Aboubakar Soumahoro. Il procedimento per i reati fiscali, invece, è in fase dibattimentale. Intanto, agli atti finisce la testimonianza di una ex operatrice socio-assistenziale che ha lavorato per la coop Karibu, gestita col consorzio Aid, fino al 2022 da Liliane Murekatete e Marie Terese Mukamitsindo. Ascoltata il 22 febbraio 2023, la donna ha dichiarato che nel periodo in cui ha lavorato alle dipendenze dei familiari del parlamentare di origini ivoriane si diceva che la suocera andava a Bruxelles con delle valigette. Un collega le avrebbe confidato che si recava in Belgio “portando con sé denaro contante. Successivamente venni a sapere che era notizia comunemente conosciuta all’interno dell’ufficio amministrativo“.
Stando a quanto riportato dalla Verità, è difficile che vengano trovati riscontri a tali dichiarazioni, ma si riaccendono i riflettori sul Belgio. Infatti, l’Olaf (Ufficio europeo per la lotta antifrode di Bruxelles) sta indagando sull’uso dei fondi comunitari da parte delle due coop sotto inchiesta. In Belgio la moglie e suocera di Soumahoro hanno fondato due associazioni e nelle carte dell’inchiesta di Latina ci sono molte spese effettuate con i soldi delle coop proprio a Bruxelles. Liliane Murekatete ha informato gli investigatori di avere in Belgio tre appartamenti, ma non è chiaro con quali soldi siano stati acquistati.
CASO SOUMAHORO, IL RACCONTO DEGLI EX DIPENDENTI
La testimone sarà chiamata a processo a confermare le sue dichiarazioni. Un mediatore linguistico, come riportato dalla Verità, ha raccontato che un amico gli riferì che la moglie di Soumahoro aveva chiesto “se ci fosse qualche elettricista per fare del favori presso la villetta che avevano acquistato a Roma“. Nel frattempo, non riuscivano a ottenere contratti regolari per avere permessi di soggiorno definitivi. Un collega ha raccontato nel gennaio 2023: “Mi offrirono circa 1.200 euro al mese (era l’inizio di maggio del 2022, ndr) ma, ad oggi ho percepito all’incirca 200 euro senza aver mal stipulato un contratto di lavoro“. Dopo le sue rimostranze, nell’agosto 2022 gli fu fatta firmare “una nota relativa al conferimento di una prestazione occasionale riportante l’importo massimo di 5.000 euro l’anno“. Il mediatore rivendica un credito di 25mila euro per il lavoro svolto e mai pagato. “Per avere quanto mi spettava, mi hanno chiesto di domandare a dei miei conoscenti di emettere false fatture in modo tale da consentire loro di procedere ai pagamenti“. Le fatture, riporta la Verità, dovevano avere “importo cospicuo“.
C’è poi la testimonianza di una donna, affidata al consorzio Aid, che nel 2019 ha presentato denuncia ai carabinieri, spiegando che nelle camere dormivano quattro persone “in letti attaccati uno all’altro e con materassi sporchissimi, molto vecchi e rovinati“. A causa delle cattive condizioni igeniche, il figlio avrebbe riportato un’infezione da stafilococco aureus. Il bimbo, al momento della visita, presentava numerose colonie del batterio, un’ulcera sulla guancia, eruzioni cutanee sotto forma di bolle e un attacco d’asma. Quando la donna chiese aiuto alla coop per recarsi all’Asl o in ospedale, le sarebbe stato risposto “che erano fatti loro“.
LE CONDIZIONI IGIENICO SANITARIE DEI CENTRI MIGRANTI
Ci sono anche le testimonianze degli operatori che hanno lavorato per la famiglia di Soumahoro a confermare le ricostruzioni sulle condizioni delle strutture. Ci sono ex dipendenti che hanno riferito di “immobili erano in pessime condizioni igienico sanitarie“, in alcune occasioni è stata riscontrata anche la presenza di blatte. Ma stando a quanto riportato dalla Verità, Mukamitsindo avrebbe preso provvedimento solo in vista delle ispezioni. Inoltre, mancavano acqua calda, scarichi funzionanti e i materassi erano ammuffiti. “In alcuni casi nelle abitazioni ho trovato delle blatte e delle cimici nei materassi. Per le blatte ogni tanto mi mandavano dei prodotti con i quali provvedevo io stessa alla disinfestazione, mentre per le cimici nulla potei fare poiché occorreva cambiare probabilmente i materassi“.
C’è chi parla di mancanza di latte per neonati, di “vermi lunghi così” e di “difficoltà nel cambio delle lenzuola e nelle forniture di vestiario” a causa della mancanza di liquidità. Inoltre, “in alcuni periodi succedeva che non venissero acquistati generi alimentari durante la settimana, per cui o ci si arrangiava con quello che c’era“. Secondo i testimoni, 10 minori non accompagnati “avrebbero vissuto per un lungo periodo con poco cibo, senza acqua calda per la rottura della caldaia mai riparata e senza ricambio della biancheria personale e comune. Non avrebbero nemmeno ricevuto i soldi dei pocket money e per questo erano alla continua ricerca di lavoretti in autolavaggi o negozi di frutta e verdura“.