“I figli di Dio non sono in vendita”. È la battuta chiave del film Sound of Freedom Il canto della libertà, interpretato da Jim Caviezel con la produzione esecutiva di Mel Gibson, che è stato proiettato in anteprima, nei giorni scorsi, a Roma, Torino e Milano. Il film narra la storia vera dell’agente governativo americano Timothy Ballard in lotta contro la pedopornografia e il traffico internazionale di minori.



È un tema drammatico, di cui si parla troppo poco. Coinvolge anche l’Italia, se è vero che, dati ufficiali del Viminale, ogni anno scompaiono nel nostro Paese oltre 17.000 minori, di cui 13.000 immigrati stranieri. Di questi ultimi si ha per ovvi motivi minore documentazione. Si sa per certo invece che dei circa 4.000 italiani il 70% non viene più ritrovato. Significa che un migliaio di minori ogni anno scompare nel nulla. E non è improbabile che finisca in parte nel giro della prostituzione o della tratta minorile a sfondo sessuale. Ben venga dunque anche in Italia una pellicola che metta a tema questa piaga.



Il film è impostato come un action, è fatto bene ed è godibile. Non ci sono scene di violenza esplicita, ma il racconto colpisce ugualmente la mente e il cuore. Caviezel, ormai affrancato dalla sua passata interpretazione di Gesù, è bravo e credibile. In coda al film, come ormai d’uso in molte storie tratte dalla cronaca, ci sono le sequenze reali delle operazioni del vero agente federale americano. Sono immagini altrettanto impressionanti, al pari di quelle della fiction e sarebbe auspicabile che qualcuno ne traesse un documentario.

Nel racconto c’è qualche concessione alla facile emotività, ma bisogna considerare che non si tratta di un film d’essai di un regista nordeuropeo d’avanguardia, ma di una storia pensata per il grande pubblico generalista. E infatti in America ha incassato oltre 180 milioni di dollari, davanti a blockbuster molto più noti e spinti dalla promozione della Major. Ha però anche suscitato polemiche, perché produttori, regista e persino Caviezel sono stati accusati di simpatie per varie forme della destra americana. Il che, se pure fosse vero, non si capisce cosa c’entri con la qualità del film e la necessità di risvegliare la consapevolezza civile e anche politica sulla pedopornografia e lo sfruttamento sessuale dei minori.



Ha fatto discutere anche il fatto che parte dell’incasso sia stato generato dal cosiddetto Pay it forward, che permette di pre-acquistare un biglietto e donarlo a una terza persona, trasformando il semplice passaparola in un’operazione di promozione fattiva. Questa e altre forme di crowdfunding si stanno diffondendo negli Stati Uniti anche un po’ in polemica alternativa allo strapotere della Major e delle piattaforme.

Distribuito a livello internazionale dalla Angel Studios (i produttori della serie su Gesù intitolata The Chosen, altra operazione finanziata “dal basso”) e in Italia dalla Dominus Production della vulcanica Federica Picchi, che ha recentemente distribuito il toccante film Unplanned, uscirà nelle sale di tutt’Italia dal prossimo 19 febbraio.

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