L’attivista che ieri a Soverato ha “silenziato” Salvini durante il suo comizio non mostra alcun segno di pentimento per aver spento il generatore. Nel corso del suo racconto reso a Repubblica, ha spiegato la violenza subita da due addetti alla sicurezza del leader leghista. “Uno di loro mi ha messo le mani alla gola, l’altro ha tentato di tirarmi uno schiaffo. Gli ho detto di fermarsi, che avevo indosso gli occhiali, di non azzardarsi e lui stava per togliermeli solo per potermi picchiare. Poi sono arrivati i carabinieri e mi hanno portato via”, ha rivelato. Allontanato su una camionetta era tranquillo di non aver commesso alcun reato quando, racconta ancora, un agente in tenuta antisommossa “è venuto a cercarmi fino a lì, mi ha trascinato fuori strattonandomi e mi ha sbattuto con violenza contro il parafango”. Se l’è cavata con sette giorni di prognosi in seguito ad escoriazioni e contusioni multiple sul corpo. Un episodio che ora intende ovviamente denunciare. Nonostante le botte non si pente ma neppure si sente un eroe: “Sono solo convinto che oggi serva anche questo. Ci sono mille modi per silenziare o ridicolizzare Salvini senza ricorrere alla violenza, che farebbe solo il suo gioco”, ha concluso. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



ATTIVISTA “GESTO ISTINTIVO E POLITICO”

Dopo il blackout e il tentativo di sabotaggio nel corso del comizio di Salvini a Soverato, lo stesso leader leghista ha definito il responsabile – prontamente identificato e bloccato – il “cretino che ha danneggiato l’impianto”. “In realtà io non ho danneggiato proprio nulla”, spiega oggi a Repubblica Francesco Noto detto “Ciccio”, che parla di un “gesto istintivo. Un gesto istintivo e politico”. L’uomo, spiega, era “nella parte posteriore del palco e mi sono accorto che qualcuno aveva lasciato le chiavi attaccate al generatore, per di più vicino alle transenne. All’ennesima bugia che ho sentito, ho solo pensato che non se ne poteva più, le ho prese e le ho gettate lontano”. A non essere andato giù a Ciccio, il discorso di Salvini sui mali della sanità calabrese. “Su questo argomento deve solo tacere”, contesta ancora l’attivista. Dopo aver assistito nel corso della giornata ad una serie di episodi definiti “insopportabili per chi abbia un minimo di coscienza” e dopo le dichiarazioni del vicepremier, Noto ha reagito, d’istinto: “Mi sono avvicinato al generatore, ho preso le chiavi e le ho lanciate sul tetto di un lido vicino”. Ma in pochi minuti sarebbe stato identificato, bloccato e strattonato da due addetti alla sicurezza, che sarebbero stati violenti nei suoi confronti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



SALVINI CONTESTATO A SOVERATO

Salvini protagonista a Soverato, vicino Catanzaro, per un comizio nei giorni della crisi di Governo. Il segretario federale della Lega però ha dovuto fare i conti con una serata ad alta tensione tra blackout e contestazioni degli attivisti del Movimento 5 Stelle. Il ministro dell’Interno è stato costretto ad interrompere il suo intervento per qualche minuto per un guasto alle luci, con i contestatori che hanno intonato il coro «Paga la luce, Salvini paga la luce». Non è tardata ad arrivare la presa di posizione del vice premier: «La lieta novella al 90% di persone perbene che ci sono in questa piazza: il cretino che ha danneggiato l’impianto elettrico è stato identificato e bloccato, pagherà di tasca sua», annuncio seguito da un’ovazione dei seguaci del capo politico del Carroccio. Ma non è stato l’unico momento delicato della serata di Salvini a Soverato…



SOVERATO, SALVINI CONTESTATO DA ATTIVISTI M5S

Come dicevamo, Matteo Salvini è finito nel mirino degli attivisti del Movimento 5 Stelle: il leghista è ritenuto il maggior responsabile della caduta dell’esecutivo e del possibile ritorno alle urne. «Vergognatevi, puzzate», «Torna indietro i 49 milioni di euro», «C’era un contratto che non è stato rispettato, non c’è peggior meridionale di chi voti Lega: una vergogna assoluta»: questi solo alcuni dei commenti degli elettori grillini giunti a Soverato per contestare il capo del Viminale. E non è finita qui: come riporta Repubblica, poco prima dell’inizio del comizio di Salvini, un gruppo di contestatori è giunto sotto il palco ma è stato allontanato dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa. Per garantire la sicurezza, è stato anche formato un cordone di sicurezza per tenere a distanza la folla.