Ed ecco un altro film con a tema lo sport, il basket: parleremo di Space Jam (1996), pellicola a tecnica mista con cartoni animati e uomini in carne e ossa. Prima degli anni ’90 avevamo già visto diversi film realizzati in maniera simile, pensate a Fantasia (1940), Mary Poppins (1964), Pomi d’ottone e manici di scopa (1971), Tron (1982), Chi ha incastrato Roger Rabbit (1988), per citare i più famosi, ma dal 1990 c’è stata un’esplosione dovuta agli sviluppi tecnologici. Grande plauso a Maurizio Nichetti che nel 1991 portò sullo schermo Volere volare, primo e unico italiano a cimentarsi in una prova simile, con un buon successo. Il digitale poi ha accelerato e semplificato il tutto.



Il basket non manca nel mio carnet, tifoso canturino da sempre, l’ho seguito per diletto e professione per tanti anni. L’apice nel 1992, Olimpiadi di Barcellona, finale Usa-Croazia nel palazzetto stracolmo di Badalona. Sono riuscito a vedere i componenti del Dream Team a un metro mentre entravano nell’area tecnica. Ai tempi ero un fan dai Larry Bird, il cecchino bianco: giocò pochissimo, aveva problemi di schiena, si sdraiò addirittura sul parquet al posto di starsene seduto in panca. E poi c’era c’erano tutti gli altri fenomeni con Michael Jordan in testa. Leader della Croazia il compianto e fortissimo Drazen Petrovic, top scorer della partita, e con Toni Kukoc che poi avrebbe giocato e vinto tre anelli Nba con Air Jordan.



La sera prima della partita, con un mio collega incontrammo sulle Ramblas l’allenatore croato Pero Skansi con il suo vice in giro come turisti per caso. Augurammo loro un in bocca al lupo di circostanza, ma data l’ora presumemmo che davano per scontata la sconfitta. Cosa che avvenne, anche se ricordo un boato di applausi quando la Croazia sopravanzò la squadra americana. Durò però pochi secondi e Cenerentola non riuscì nell’impresa. Il rissoso Charles Barkley venne sonoramente fischiato per aver finto di tirare il pallone addosso a uno spettatore.

Nel 1997 e 1998 continuai a seguire per lavoro il campionato Nba, avevo nel ’98 i biglietti aerei in mano per produrre per la tv le sette finali, ma saltò e lavorai in diretta dall’Italia. Il canestro di Jordan a cinque secondi dalla fine, con finta, arresto, sospensione, tiro the Shot, canestro della vittoria. Indimenticabile.



Bene, dopo questa asciugata celebrativa un po’ autoreferenziale (me ne scuso) passiamo al film da proporre alla generazione che in questi anni ha seguito le performance del povero Kobe Bryant. Il protagonista principale è Michael Jordan, lo vediamo all’opera in schiacciate e in tiri a canestro nella clip iniziale con i titoli e nella conferenza stampa in cui annuncia il rientro in squadra coi Bulls dopo 17 mesi dal ritiro. Aveva vinto tre titoli di fila, il padre era stato ucciso in una rapina e Jordan si era dato al baseball. E qui con molta ironia si prende in giro visto le scarse performance. C’è da dire che è anche un buon attore, preferibile alle sue prove sul diamante.

Gli altri protagonisti sono i personaggi animati della Warner Bros: Bugs Bunny, Gatto Silvestro, Titti, Daffy Duck, Porky Pig, Taddeo, Willy il Coyote, Beep Beep, ecc. In un pianeta extraterrestre, il cattivone di turno magnate di un grosso parco divertimenti ormai alla frutta, doppiato da Bisteccone Galeazzi, decide di rapire i personaggi della Looney Tunes per alimentare con nuove attrazioni il suo giocattolo. I suoi sgherri arrivano sulla terra dove Bugs Bunny e company per salvarsi propongono una sfida a basket. I cinque piccoli alieni rubano il talento ad alcune stelle Nba, Pat Ewing, Larry Johnson, Shawn Bradley, Charles Barkley, Muggsy Bogues (il più piccolo giocatore professionista di basket, alto 160 cm), diventando delle grosse e cattive bestie.

I nostri ingaggiano Air Jordan che insieme agli sfigatelli animati affrontano gli avversari chiaramente vincendo. Nel cast abbiamo anche Larry Bird che gioca solo a golf, Wayne Knight come spalla comica pasticciona, Bill Murray che vorrebbe diventare un giocatore di basket edavrà i suoi minuti di gloria, ed i camei di Charles Oakley, Jeff Malone, Danny Ainge, Vlade Divac e Alonzo Mourning. C’è anche la voce di Sandro Ciotti come telecronista dell’incontro.

Il soggetto del film è ben costruito, una favola per grandi, piccini e non solo per gli amanti del basket. È una commedia biografica del campione in cui si ride e che nulla toglie ai personaggi in cartoons, anzi. La tecnica mista è di buona di qualità. Il messaggio sta tutto nella cultura americana: volontà, forza personale, Michael Jordan motiva i suoi compagni, li sprona, un po’ com’è stata la sua vita sino ad allora. Un avviso di chiamata per il futuro, visto che poi vincerà altri tre anelli NBA. Il bene che trionfa contro il male. Un bene soggettivo e stile Usa incentrato sul carattere e forza personale per affrontare gli eventi, in linea con i comportamenti degli States in tema di politica estera e di salvaguardia della nazione.

È comunque un film divertente e il mix con gli intramontabili personaggi della Looney Tunes è vincente.

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