Clima di altissima tensione tra Movimento 5 Stelle e Lega dopo le parole di Vincenzo Spadafora, sottosegretario grillino, sul segretario del Carroccio Matteo Salvini. Botta e risposta tra le due forze di maggioranza nelle ultime ore, con il capo del Viminale che ha invitato il pentastellato a lasciare l’esecutivo. No secco da casa M5s. E l’opposizione non sta a guardare, con il Partito Democratico che va all’attacco: «Dopo che da oltre un anno tengono bloccati i fondi per i centri antiviolenza, la scusa di oggi per far saltare tutto è il litigio fra Spadafora e Salvini. Per capire, per loro il problema sono le donne o che quei fondi li ha stanziati il PD? Vergogna!», le parole di Chiara Gribaudo. Così l’ex ministro Valeria Fedeli: «La violenza sulle donne non è tema su cui fare polemiche di parte. È inutile che oggi Spadafora se la prenda con il ⁦Pd⁩ perché zittito da Salvini. Applichi piuttosto il nostro piano e sblocchi i fondi 2018 per i centri antiviolenza». Infine, l’affondo di Teresa Bellanova: «Spadafora ci risparmi questa farsa e non faccia finta di accorgersi ora di quanto Salvini sia contro le donne. Piuttosto sblocchi fondi del 2018 stanziati dal PD per la rete dei centri antiviolenza, fermi da più di un anno. Zero chiacchiere, per cortesia. Altrimenti si dimetta». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CAOS SALVINI-SPADAFORA: “GOVERNO NON RISCHIA”

L’ira della Lega non è passata, ma dopo l’intervento di Di Maio che ha fatto capire non vi sarà alcun gesto di dimissioni da parte di Vincenzo Spadafora, Salvini ha deciso di mettere un “tentato” punto alla polemica che rischia di trascinare sull’orlo della crisi di Governo dopo le recenti crisi passate sul Congresso di Verona, sul caso Siri e sul post-Europee. «Posso essere accusato di essere sovrappeso, ma di maschilismo no. Il 22 luglio regaleremo più diritti alle donne con l’approvazione del Codice Rosso dopo anni di chiacchiere. Il top sarebbe la castrazione chimica per pedofili e stupratori» e poi rassicura «Il governo non è a rischio per il caso Spadafora»: così Salvini questo pomeriggio durante un meeting con i cronisti alla Camera dei Deputati. Nel frattempo ancora Di Maio è intervenuto ribadendo con convinzione «Spadafora non si dimette. Punto». La presidente della Commissione Femminicidio, senatrice Pd Valeria Valente, accusa il Governo di essersi mosso male anche in questo “caso”: «fatto molto grave che denota ancora una volta un acceso scontro all’interno del governo, spostato anche su temi che dovrebbero essere lasciati fuori. Stanno usando lo stesso copione del ddl Pillon, su cui si era accesa una finta schermaglia politica, con Spadafora che si diceva contrario, ma alla fine il disegno di legge è sempre lì».



DI MAIO “SPADAFORA? QUANTO CASINO PER UN’INTERVISTA”

La Lega è del tutto schierata contro il Sottosegretario Spadafora che ancora nel tardo di pomeriggio di oggi non ha voluto commentare ulteriormente le sue dichiarazioni molto dure contro il vicepremier Salvini: «o si scusa o si dimetta» è la posizione di tutto il gruppo dirigente e parlamentare del Carroccio, compatto in difesa del Ministro. Il primo commento invece di Di Maio, tanto attesa, si rivela un timido tentativo di spegnere la polemica, lamentando toni troppo aspri lanciati dalla Lega: «Quanto casino per un’intervista, ma è possibile che ora il problema di questo Paese debba diventare una intervista? Pensiamo a lavorare piuttosto visto che i risultati ci sono. Sono già partiti quasi tutti gli appalti, il 96%, dei 400 milioni stanziati per i Comuni. Questi sono temi di cui deve parlare il governo e che ci rendono orgogliosi. Quindi lavoriamo e andiamo avanti». Chi invece difende a spada tratta il suo compagno di partito è il Presidente della Camera Roberto Fico che fuori dal Parlamento all’Ansa commenta «non c’è alcun motivo per cui Spadafora debba dimettersi. Quando interviene pubblicamente interviene nel’ambito delle sue competenze, perché ha analizzato un dato che, con la sua delega, vuole combattere». Per Alessia Rotta del Pd il gesto di Spadafora è inutile e tardivo, oltre che lesivo: «Ma invece di agire contro un simile atteggiamento di Salvini, Spadafora annulla la conferenza stampa sui centri anti-violenza. E anche oggi delle donne se ne occupano domani».



SPADAFORA “SALVINI È UN MASCHILISTA E SESSISTA”

Uno scontro durissimo è scoppiato stamattina all’interno del Governo dopo le parole e critiche fortissime lanciate dal Sottosegretario M5s alle Pari Opportunità Vincenzo Spadafora contro il Ministro dell’Interno Matteo Salvini: nasce tutto con l’intervista a Repubblica dove l’influente membro M5s dichiaratamente omosessuale attacca pesantemente la Lega dopo il caso di Carola Rackete e della Sea Watch 3 «l’Italia vive una pericolosa deriva sessista e gli insulti alle donne arrivano proprio dagli esponenti più importanti della politica». L’intervista avrebbe dovuto anticipare l’iniziativa questa mattina dello stesso Spadafora assieme al Ministro della PA Giulia Bongiorno (Lega) in merito al primo censimento nazionale dei centri anti violenza: ma la conferenza stampa dove sarebbe dovuti essere annunciati i nuovi fondi e controlli più rigorosi sull’operato dei centri è stata annullata. Il motivo? Basta leggere il prosieguo dell’intervista per capire il motivo di uno scontro così accesso all’interno del Governo: «gli attacchi verbali di Salvini a Carola Rackete, definita ‘criminale, sbruffoncella, pirata’ sono un brutto esempio. Parole che – dice ancora Spadafora – hanno aperto la scia dell’odio maschilista contro Carola, con insulti dilagati per giorni e giorni sui social». Per il Sottosegretario grillino «come facciamo a contrastare la violenza sulle donne, se gli insulti alle donne arrivano proprio dalla politica, anzi dai suoi esponenti più importanti?». Arriva ovviamente a stretto giro la replica di Salvini durante la conferenza stampa di chiusura del Cara di Mineo in Sicilia: «Cosa sta a fare il sottosegretario? Sta al governo con un pericoloso razzista e maschilista? Fossi in lui mi dimetterei».

LE REAZIONI POLITICHE ALLO SCONTRO SPADAFORA-SALVINI

Non solo, un Salvini evidentemente irritato prosegue la sua invettiva contro Spadafora arrivando a specificare «Non ritenendomi un razzista e un maschilista non ho nulla da rispondere a scemate del genere. Se mi ritiene così brutto si dimetta e faccia altro nella vita. Ci sono delle ong che lo aspettano». La chiosa è però diretta contro il M5s a livello globale, «io spero – aggiunge il vicepremier della Lega – che il governo duri 4 anni, certo se ogni giorno c’è un sottosegretario cinquestelle che si alza e la spara diventa impegnativo». Le reazioni politiche allo scontro fortissimo tra Spadafora e Salvini – che rischiano di mettere in pericolo altri importanti provvedimenti come il Decreto Sicurezza Bis, il tema delle Autonomie e la Flat Tax – non si fanno certo attendere: durissima è il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Erika Stefani «Utilizzare il dramma della violenza che troppe donne hanno subito o subiscono per attaccare Salvini è vile, un comportamento che male si addice a chi ha un incarico di Governo così delicato come quello che ricopre Spadafora e che quindi andrebbe ripensato. Sono costernata. La politica non dovrebbe mai arrivare a questo livello». Il capogruppo in Senato per il Carroccio Massimiliano Romeo, annuncia dal Parlamento «Non accettiamo offese gratuite o lezioni morali da nessuno: Spadafora rifletta sulle sue parole e ci porga delle scuse, o se preferisce le sue dimissioni»; linea simile anche per l’altro capogruppo, alla Camera, Riccardo Molinari «La gravità delle parole di Spadafora è sotto gli occhi di tutti. Si può anche dissentire dal pensiero di un membro del Governo di cui si fa parte, ma c’è modo e modo e a tutto, comunque, c’è sempre un limite. Delle due l’una: Spadafora si scusi subito o si dimetta». Forza Italia con Carfagna e Gelmini si schiera con Salvini, così pure Giorgia Meloni «le sue dichiarazioni deliranti, esprimo solidarietà al Ministro Salvini» mentre per la Pd Valeria Fedeli «Ci fa piacere che il sottosegretario Spadafora si accorga oggi dell’ ‘odio maschilista’ – queste le sue parole a ‘Repubblica’ – nei confronti delle donne vittime di continui attacchi verbali da parte di esponenti di spicco del governo di cui lui stesso fa parte. Peccato però che tutta questa indignazione resti un vuoto esercizio retorico visto che in un anno non è stato fatto nulla per contrastare in concreto la violenza contro le donne». Se non interverrà a breve Di Maio o Conte per “spegnere” la polemica, il caso rischia di prendere una brutta piega per il Governo già con navigazione a vista dopo le tante fratture al proprio interno.