PADRE SPADARO DIFENDE PAPA FRANCESCO DOPO L’INTERVISTA SULLA GUERRA: “NON VUOLE LA RESA DELL’UCRAINA”

Non si placano le polemiche sul Vaticano dopo l’intervista di Papa Francesco alla RSI svizzera, con il Governo e la Chiesa ucraina inviperiti per le risposte date dal Santo Padre sulla necessità di un negoziato per far finire la guerra con la Russia: intervistato dal “Fatto Quotidiano” padre Antonio Spadaro, già direttore della rivista di Gesuiti “La Civiltà Cattolica” e attuale sottosegretario del Dicastero per la cultura e l’educazione, prova a “rileggere” nel dettaglio le parole di Papa Francesco difendendo appieno i concetti espressi. Secondo il sacerdote gesuita, a Kiev non hanno compreso appieno le dichiarazioni del Papa in quanto «non ha mai detto che l’Ucraina deve arrendersi», sebbene in effetti abbia parlato di “bandiera bianca” in risposta alle domande della tv svizzera.



«Ha parlato di alzare bandiera bianca solamente allo scopo di aprire negoziati e trovare una soluzione a un conflitto del quale non si vede una fine, se non quella di una sua coreanizzazione, di uno stallo»: lo stesso Papa Francesco ha poi parlato di “negoziato che non sia mai una resa”. Secondo padre Spadaro, quando Bergoglio ha parlato di una “sconfitta” dell’Ucraina o di altre nazioni in guerra, non avrebbe inteso una “capitolazione”, semmai «sconfitta del desiderio di salvare tutto il proprio controllo statuale. Questo non ha nulla a che fare con una resa senza condizioni». Chiarendo ancora di più, definire Papa Francesco un “putiniano” dopo queste dichiarazioni alla RSI è un’accusa priva di fondamento secondo il prelato gesuita, anche perché è lo stesso Santo Padre a ripetere ogni settimana le preghiere per il “martoriato popolo ucraino”: invocando lo spirito di Helsinki piuttosto che quello “spartitorio” di Yalta, Spadaro affonda «In un tempo nel quale l’ordine mondiale è saltato, occorrerebbe meditare meglio le sue parole, che indubbiamente infastidiscono chi divide il mondo a metà».



DALL’UCRAINA ALLA TERRA SANTA, P. SPADARO ‘RILEGGE’ L’INTERVISTA: “NON GLI PERDONANO L’ATTACCO AL CONCETTO DI GUERRA GIUSTA”

Nel riflettere sulle accuse lanciate contro Papa Francesco dopo l’intervista recente ma in generale sulla posizione tenuta dal Vaticano fin dall’inizio del conflitto alle porte dell’Europa, padre Antonio Spadaro sposta le lancette del tempo più indietro: «Credo non si perdoni al Papa il fatto di aver criticato il concetto di “guerra giusta”. Oggi è difficile sostenere razionalmente che, di fronte alla potenza di distruzione delle nuove armi, in particolare quelle nucleari, incluse quelle tattiche che sono già dieci volte più potenti di quelle sganciate sul Giappone, si possa parlare di giustizia». Come detto più volte da Papa Francesco, anche padre Spadaro ribadisce che ogni guerra è ingiustificabile, a patto di quelle meramente difensive già considerate dal Catechismo voluto da San Giovanni Paolo II: «E la condizione è che ci siano fondate condizioni di successo, e che il ricorso alle armi non provochi mali ancora più gravi, cioè la strage di un popolo».



Il Santo Padre soffre per la gente stremata dalla guerra, a qualsiasi latitudine essa sia: e così la richiesta continua di una diplomazia è il frutto di quanto lo stesso Vangelo riporta dall’alba dei tempi. Secondo padre Spadaro, in Bergoglio non vi è nessuna forma di retorica bellicista: «il Vangelo arriva a chiedere l’amore per il nemico». In questo senso dall’Ucraina alla Terra Santa, le guerre sono fatte e vengono continuare da sostanziali “irresponsabili”: per Spadaro irresponsabile è l’atroce attacco terroristico di Hamas contro Israele, ma è altrettanto la reazione «spropositata» che compie ad oggi 31mila vittime sulla Striscia di Gaza, oltre a «porre le basi di un odio che durerà generazioni e che non permetterà un futuro sicuro e pacifico per l’area». Il Papa lo ribadisce ogni volta, la diplomazia del Vaticano è pronta ad essere “sfruttata” da tutti, in quanto serve «cucire e non tagliare» conclude Spadaro al “Fatto”.