La Spagna minaccia di tagliare l’energia alla Francia. Il governo di Pedro Sanchez non intende colmare il deficit energetico per consentire a Parigi di produrre il cosiddetto “idrogeno rosa“, di origine nucleare. A lanciare l’avvertimento è la ministra spagnola per la Transizione ecologica, Teresa Ribera, che in un’intervista alla Reuters ha dichiarato: «Non siamo disposti a compensare la domanda interna di elettricità se utilizza le sue centrali per produrre idrogeno», anche perché farlo «sarebbe una follia». L’idrogeno, presentato come un’alternativa all’energia basata sul carbonio, è al centro di una battaglia diplomatica a Bruxelles tra due gruppi di una decina di Stati membri.
Da un lato c’è l’alleanza nucleare, guidata dalla Francia, dall’altro ci sono i cosiddetti “amici” delle rinnovabili, come Germania, Belgio, Austria e i Paesi iberici. Da mesi la Francia si sta battendo affinché l’idrogeno rosa, prodotto dall’energia nucleare, sia equiparato a quello verde, che è più rispettoso dell’ambiente, in quanto prodotto da energia rinnovabile. Una questione di non poco conto, anzi la posta in palio è alta, perché serve per definire gli obiettivi europei in termini di carburante per vari settori, come trasporti ed edilizia. Ad esempio, per l’industria i negoziati mirano a fissare al 60% la percentuale di idrogeno proveniente da fonti rinnovabili entro il 2035.
LA BATTAGLIA DIPLOMATICA PER L’IDROGENO ROSA
A febbraio la Francia ha ottenuto un’importante vittoria, perché ha convinto la Commissione Ue ad adottare una definizione più ampia di idrogeno verde, aprendo la porta all’idrogeno «a basso contenuto di carbonio», che è il modo in cui il codice energetico francese classifica l’idrogeno da fonti nucleari, per essere considerato rinnovabile. Invece, la Spagna, leader dell’energia solare ed eolica, è di parere opposto: «Non accettiamo che l’idrogeno rosa sia considerato verde», ha dichiarato il ministro della Transizione ecologica. Inoltre, ha ricordato gli sforzi compiuti recentemente da Madrid per aiutare la Francia a superare i suoi problemi di approvvigionamento, a causa dei lavori di manutenzione in molte delle sue centrali nucleari. Madrid è ricorsa, a malincuore, ai combustibili fossili pur di soddisfare la domanda del vicino. «Siamo stati costretti a esportare al massimo della nostra capacità, producendo elettricità oltre la nostra capacità di energia rinnovabile e quindi utilizzando più gas di quanto avremmo voluto», ha aggiunto Teresa Ribera. Ma questo aiuto potrebbe venir meno se Parigi decidesse di affidarsi alla Spagna per usare la sua energia nucleare per produrre idrogeno invece di immetterlo direttamente nella sua rete.