In Spagna negli ultimi giorni (riferisce il quotidiano La Verità) è stato approvato il cosiddetto ‘Piano Lgbt‘ che mira ad espandere i diritti a favore della popolazione queer – ed in particolare degli spagnoli trans, operati o meno – con una serie di regolamenti che sono rimasti in discussione per più di anno dall’approvazione – lo scorso marzo – del nuovo protocollo di tutele Lgbt: tra i tanti articoli, uno in particolare è riferito a tutte le azienda che hanno almeno 50 dipendenti, costrette (pena una multa esemplare) ad attuare dei veri e propri piani di formazione che hanno tutta l’aria – spiega La Verità – di essere un neanche tanto velato “indottrinamento“.



Partendo dal principio, nel testo del piano approvato in Spagna si parte dal precisare che il numero di dipendenti (ovvero il 50 citato prima) si dovrà calcolare tenendo conto sia di chi è assunto full time, sia dei part time che – addirittura – dei collaboratori esterni che abbiano avuto un rapporto di lavoro continuativo per almeno 100 giorni: il calcolo andrà aggiornato – al fine ovviamente di rispettare il nuovo regolamento – ogni 6 mesi e spetterà all’Ispettorato del Lavoro vegliare sul rispetto del piano Lgbt.



Il ‘Piano Lgbt’ della Spagna: formazione, visite mediche e multe fino a 150mila euro

Ma qual è questa sconvolgente novità che ha il sapore di indottrinamento approvata in Spagna? La risposta è semplice: le aziende con più di 50 dipendenti dovranno istituire un percorso – non è chiaro di quale durata e con che cadenza settimanale o mensile – di “formazione, sensibilizzazione e linguaggio” su gender e simili rivolto all’intero organico senza alcuna esclusione; il tutto da ufficializzare entro tre mesi dall’entrata in vigore del piano, se necessario con l’aiuto “e la consulenza di esperti in materia” non meglio precisati.



Cosa succede a chi non rispetta il Piano Lgbt? La risposta è ancora più semplice, perché tra una norma e l’altra – e gli occhi cadono anche in particolare anche al testo in cui si dice che a trans ed affini deve essere riconosciuta “con particolare attenzione” la possibilità di sottoporsi a “visite mediche o procedure legali”, quasi a voler lasciar indietro i dipendenti normali – non sfuggono quelle sanzioni che possono arrivare fino (addirittura) a “150mila euro“: insomma, un vero e proprio salasso per un’azienda con 50 dipendenti che – in quanto tale – in Italia sarebbe appena una piccola PMI e non certo un colosso.