DUE MILIONI IN PIAZZA CONTRO L’ACCORDO DI GOVERNO SANCHEZ-PUIGDEMONT

Sono oltre due milioni gli spagnoli scesi in piazza in diverse città della Spagna per protestare contro la legge sull’amnistia introdotta dal Premier Sanchez e inserita nell’accordo di governo chiuso con “Junts” e il leader catalano Carles Puigdemont: chiamati a raccolta dal Partito Popolare e da Vox, i cittadini hanno riempito le piazze da Barcellona fino a Madrid comprendendo tutti i 52 capoluoghi spagnoli.



«Madrid sarà la tomba del sanchismo», urlano i manifestanti più scalmanati davanti alla sede del partito Psoe del Primo ministro: in attesa che il 15-16 novembre in Parlamento Sanchez trovi i voti di fiducia in grado di confermare il secondo mandato consecutivo alla guida del Paese, la protesta per l’amnistia ai leader catalani (oltre ad altre aperture fatte a Puigdemont, tra cui l’ipotesi di un nuovo referendum sull’indipendenza dopo quello illegale del 2017) continua ormai da una settimana con le tensioni e gli scontri che non diminuiscono (specie dopo l’attentato gravissimo al fondatore di Vox ed ex popolare catalano Alejo Vidas Quadras).



FEIJÓO CONTRO I SOCIALISTI: “SANCHEZ SI È COMPRATO L’INVESTITURA”

«No all’amnistia”, “no all’impunità”, “no alla disuguaglianza”: netti i tre appelli lanciati dal leader del Partito Popolare Alberto Núnez Feijóo, colui che in teoria avrebbe vinto le Elezioni Politiche in estate senza però ottenere numeri bastevoli per una maggioranza di Centrodestra con Vox. Nel suo intervento alla manifestazione a Piazza Puerta del Sol a Madrid, l’accordo tra Sanchez e i catalani sull’amnistia viene decostruito punto per punto.

«Stanno cercando di farci apparire come una minoranza violenta che si dedica a disperdere le manifestazioni. Noi diciamo no, difendiamo la legge, difendiamo la polizia nelle manifestazioni»: secondo Feijóo è il blocco di sinistra-Psoe a non rispettare la legge, ricorrendo alla Guardia Civil e alla polizia, qui invece «noi difendiamo lo Stato di diritto, difendiamo la democrazia». Il leader del Pp si scalda quando aizza la piazza madrilena contro quello definito da più parti come un “golpe bianco” da parte dei socialisti: «Questa maggioranza di spagnoli non tace più, non ci fermeranno in difesa dell’uguaglianza degli spagnoli. Non rimarremo in silenzio finché non parleremo attraverso le elezioni e che tutti possiamo votare di nuovo, perché quello che sta facendo è il contrario di quello per cui abbiamo votato. Perché hanno paura delle urne?». In piazza non c’erano solo elettori popolari o di Vox, ma una popolazione che non sembra aver gradito affatto lo “scambio” pattuito da Sanchez per ottenere i voti necessari degli indipendentisti catalani: per questo, al grido di “La Spagna non è in vendita”, Feijóo incalza «La Spagna sta per avere un presidente che ha comprato la sua investitura in cambio dell’immunità dai procedimenti giudiziari dei suoi associati, pagata con le tasse del popolo spagnolo, questo è ciò che sta accadendo in Spagna. La presidenza spagnola non può essere comprata e venduta. Gli spagnoli vogliono democrazia, uguaglianza, giustizia e dignità, questa è la presidenza del governo spagnolo. Il resto non è niente».