La procura di Madrid ha chiesto all’Alta Corte di Giustizia della capitale spagnola di ammettere la denuncia che l’Avvocatura dello Stato, a nome di Pedro Sánchez, ha sporto contro il magistrato Juan Carlos Peinado, il quale indaga su sua moglie Begoña Gómez. La procura ritiene che il premier della Spagna sia stato chiamato a testimoniare senza che il magistrato ne abbia dato motivazione “legale”, ma è accusato di prevaricazione anche per il rifiuto di permettere di rendere la testimonianza per iscritto.
Inoltre, la procura chiede che venga aperto un procedimento contro il magistrato per verificare se le decisioni relative all’inchiesta sulla moglie di Sánchez abbiano «uno scopo estraneo al processo», scrive il procuratore capo della Comunità di Madrid, Almudena Lastra, nella lettera.
L’insistenza del magistrato, che si era recato personalmente al Palazzo della Moncloa (sede della Presidenza del Governo), per raccogliere una dichiarazione del capo dell’esecutivo e l’avergli negato il diritto di testimoniare per iscritto ha spinto Sánchez alla denuncia, così come la moglie, la quale ritiene che Peinado abbia preso decisioni «arbitrarie e ingiuste» e «forzato» le regole in un’indagine che definisce «perversa».
Il magistrato aveva aperto un’inchiesta contro la moglie di Sánchez per presunta corruzione e traffico di influenze dopo la denuncia di un’associazione, Manos Limpias, che si definisce un sindacato ed è ritenuta vicina all’ultradestra spagnola.
LA DENUNCIA DI SÁNCHEZ PER “PREVARICAZIONE”
La denuncia fa leva sull’articolo 412.2 della legge di procedura penale spagnola, in base alla quale «le autorità più rilevanti dello Stato, compresi il presidente e i membri del suo governo, sono esentati dall’assistere alla convocazione del giudice, ma non dal testimoniare, e possono riferire per iscritto sui fatti di cui sono a conoscenza in ragione della loro posizione». Nonostante ciò, Peinado ha deciso di convocare il premier in quanto marito dell’indagata, a cui attribuisce un presunto reato di traffico di influenze per aver influenzato l’assegnazione di contratti a una sua ex collega dell’Università Complutense.
L’ipotesi del magistrato, secondo i suoi ultimi atti, è che la condizione di donna della presidente possa aver influenzato anche la creazione di una cattedra straordinaria (un progetto di formazione tra l’università ed enti esterni) e la sua nomina a direttrice. Stando a quanto ricostruito da El Diario, Peinado ha insistito sul fatto che avrebbe preso la dichiarazione di Sánchez come “marito” di Gómez, non come premier, e per questo gli ha negato la possibilità di rispondere per iscritto.
IL DURO ATTACCO DELLA PROCURA AL MAGISTRATO
Nella sua dichiarazione scritta, la procura di Madrid sostiene che il giudice «in nessun momento» ha motivato la «convenienza e l’utilità» della sua decisione di sentire Sánchez. Inoltre, tra i due tipi di comparizione previsti dalla legge, ha scelto quello «che espone maggiormente all’istituzione che rappresenta la persona chiamata a testimoniare», cioè il presidente del governo. Il magistrato avrebbe altresì deciso l’orario della «visita» senza alcun «preavviso», come invece prevede la legge, limitandosi a stabilire giorno e ora della dichiarazione nella risoluzione, oltre a ordinare alla polizia e ai servizi informatici di Madrid Digital di recarsi alla Moncloa il giorno prima per installare i dispositivi di registrazione.
Per il procuratore, «ancora una volta» il metodo scelto è stato quello che ha dato la massima “pubblicità” alla dichiarazione. In questo senso, la procura di Madrid ritiene che non si tratti di una «semplice discrepanza giuridica» risolvibile tramite i ricorsi. Infine, stabilisce che la denuncia sporta da Sánchez soddisfa i «requisiti formali» richiesti dalla legge e difende la legittimità dell’Avvocatura dello Stato a presentare questa denuncia, dato che i servizi legali dello Stato sono responsabili dell’assistenza legale, della consulenza, della rappresentanza e della difesa in giudizio dello Stato e dei suoi enti autonomi.