Ci sarà o no una seconda ondata di Coronavirus in Spagna? Jose Gefaell, fondatore e presidente di Nexwm, su Linkedin lo scorso 10 agosto ha pubblicato un resoconto ben dettagliato sulla situazione in Spagna legata all’emergenza Covid, alla vigilia di quella che appare essere la seconda ondata. Secondo gli ultimi dati, i morti a causa della pandemia in Spagna sono oltre 28.500 anche se al momento è impossibile sapere con certezza il numero esatto. Molto probabilmente, spiega Gefaell, 15mila decessi potrebbero essere dovuti ad altre cause come anziani malati di cancro o infarti non curati adeguatamente durante il lockdown. Gefaell, nel corso della sua analisi, cerca di capire se la teoria dell’immunità di gregge possa davvero funzionare, come sostenuto da morti scienziati o se, con l’arrivo possibile di un secondo picco tutto potrebbe essere vanificato. Quindi l’autore parte dall’ipotesi che i decessi diretti da Covid siano stati 30mila e che il tasso di mortalità sia compreso tra lo 0,30% e lo 0,15% (secondo molti esperti, quello reale). “Se dividiamo 30.000 tra questi tassi per ottenere il numero “reale” (ipotetico) di casi fino ad oggi, tra i 10 e i 20 milioni di spagnoli sarebbero già stati infettati, cioè tra il 20% e il 40% della popolazione”, scrive Gefaell. Se a questi si aggiunge il 35% di coloro che, secondo diversi studi, ha una sorta di “immunità preventiva” avremo che tra il 55 ed il 75% della popolazione sarebbe già immune, ovvero una percentuale equivalente a quella dell’immunità di gregge in grado di spezzare la catena esplosiva del contagio. Tuttavia, a restare fuori dai calcoli è una percentuale altrettanto importante, tra il 45 ed il 25% della popolazione spagnola da infettare, ovvero tra 21 e 12 milioni di persone. Sono coloro che continuerebbero ad avere il Covid ma non in modo esplosivo grazie all’immunità di gruppo e nonostante i possibili morti non ci sarebbe il picco esplosivo come accaduto in passato.
SPAGNA, SECONDA ONDATA CORONAVIRUS? LA TEORIA DELLA IMMUNITÀ DI GREGGE
La teoria dell’immunità di gregge è stata sostenuta da numerose ed importanti università e centri di ricerca di tutto il mondo ma potrebbe non avere un riscontro positivo se nelle prossime settimane dovesse davvero verificarsi una seconda ondata: “questa teoria si sbriciolerà come un castello di carte se nelle prossime settimane ci sarà davvero un picco significativo di morti giornaliere, in parallelo con l’aumento dei casi che stiamo vedendo”, ha scritto Jose Gefaell, il cui monitoraggio deriva essenzialmente dal desiderio di realizzare un corretto piano aziendale, di investimento o commerciale in piena pandemia. A suo dire, dunque, diventa importante monitorare quotidianamente non solo il numero di casi ma anche quello di decessi e comprendere se quest’ultimo cresce in parallelo. Con migliaia di casi al giorno registrati nelle ultime settimane, infatti, si sarebbero dovuti avere molti più morti al giorno di quanti effettivamente registrati in Spagna. Ma per smentire la tesi di una seconda possibile ondata occorre forse ancora più tempo a disposizione. “Se continuiamo con 20/40/60 morti alla settimana fino a settembre, sarà difficile per chiunque sostenere che siamo in una seconda ondata, anche se ci sono ancora molte migliaia di casi al giorno. Confermerà (o almeno pre-conferma) la teoria che abbiamo raggiunto l’equivalente dell’immunità di gruppo che sta impedendo alla reazione a catena di essere esplosiva”, ha spiegato. E questo renderà improbabile una seconda ondata anche in autunno ed inverno. Al tempo stesso, vale anche viceversa: “se nelle prossime settimane il bilancio delle vittime aumenterà parallelamente ai casi, saremo di nuovo al punto di partenza e le probabilità di un ritorno a situazioni di collasso del sistema sanitario saranno elevate”, dice. Con un profilo di mortalità che potrebbe essere il medesimo della prima ondata: “il 93% dei decessi saranno persone di età superiore ai 60 anni e la stragrande maggioranza avrà patologie precedenti o un sistema immunitario depresso”.