Niente da fare, la Spagna torna alle Elezioni (salvo sorprese dell’ultima ora che potranno arrivare nei prossimi giorni): il Governo Sanchez non è mai partito con il Psoe che non è riuscito in 5 mesi a trovare un accordo saldo con Podemos per poter raggiungere la coalizione di Centro-Sinistra in grado di governare su tutta la Spagna. E così ieri il premier socialista Pedro Sanchez si è diretto verso il palazzo di Re Felipe per annunciare il sostanziale fallimento delle trattative con Iglesias di Unidas Podemos e dunque il ritorno alle urne per la quarta volta in 4 anni, un autentico record che gli spagnoli avrebbero volentieri evitato. Il prossimo 10 novembre, salvo appunto sorprese improvvise, si terranno le nuove Elezioni Politiche in Spagna per provare almeno questa volta a decretare una maggioranza stabile per il Paese. «Nessun candidato ha il sostegno necessario affinchè la Camera dei deputati gli dia fiducia», ha spiegato in un comunicato il Re spagnolo, dopo che già prima dell’estate Sanchez aveva provato proprio in Parlamento a cercare quella fiducia poi mai raggiunta per l’ostinato scontro tra Podemos e Psoe sulla formazione del Governo.



ELEZIONI IN SPAGNA, LE QUARTE IN 4 ANNI

Lo scorso aprile il Psoe si dichiarava vincitore delle terze elezioni in 4 anni, ottenendo la vittoria sui Popolari, Ciudadanos e la stessa Podemos oltre al movimento populista di Vox (l’unico davvero cresciuto in questi anni di profonda crisi politica aumentata dallo scontro Madrid-Catalogna che ha di fatto distrutto il Governo dei Popolari di Rajoy). Secondo l’’articolo 99 della Costituzione di Spagna c’erano due mesi di tempo per formare un nuovo governo dopo il fallimento del primo voto d’investitura, avvenuto il 23 luglio: ora però rimane di fatto tempo solo fino al 23 settembre alla mezzanotte per la formazione di un’alleanza di Governo, ma le posizioni dei vari partiti rendono piuttosto scettica questa scadenza perciò si pensa già alle nuove elezioni il prossimo 10 novembre. Pablo Iglesias, Unidas Podemos; Albert Rivera, del partito liberale Ciudadanos; Pablo Casado, del Partito Popolare (Pp) e Pedro Sanchez dei socialisti (Psoe), con tutti il Re ha tentato consultazioni per provare a trovare una quadra che evitasse il quarto ritorno alle urne negli ultimi 4 anni, ma nulla sarebbe emerso di significativo per arrivare ad un Governo. Il nodo tra Sanchez e Iglesias è stato di fatto il ruolo dei Ministri nel nuovo Governo di Centro-Sinistra: Podemos chiedeva di entrare con alcuni ministri in un Governo di coalizione (evento mai avvenuto in Spagna dopo la caduta di Franco), mentre il Psoe voleva una maggioranza composita ma un Governo monocolore. Ora si riparte tutto da capo con una Spagna “rotta” dal 2015 quando il bipolarismo classico è stato “frenato” dalla comparsa di Ciudadanos, Podemos e più di recente dalla destra di Vox.

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