Come sappiamo la normativa inerente il superbonus 110%, è stata modificata molte volte, l’ultimo decreto in particolare ha introdotto lo spalmacrediti che serve a fruire dei crediti relativi al superbonus in 10 anni anziché 4, così come era stato previsto dalla precedente normativa che poi è stata fermata con il decreto del 16 febbraio, il cosiddetto decreto blocca crediti.
Spalmacrediti: la contraddizione in merito alla prima rata
Il problema è che lo strumento utile a distribuire i crediti in 10 anni da una parte rallenta la fruizione dei crediti e dall’altro invece allunga il superbonus, ma con un meccanismo che porta a far slittare la rata fruibile nel 2023 al primo gennaio 2024. Un controsenso se pensiamo che proprio sulla base della recente normativa approvata, questa rata deve essere utilizzata entro la fine dello stesso anno fiscale 2023. Eppure, proprio per effetto del frazionamento la rata verrà resa fruibile a partire dal primo gennaio 2024.
Spalmacrediti: cosa è incluso
La distribuzione in 10 anni potrà essere estesa anche ai crediti parzialmente compensati. E quanto inserito nel provvedimento 2023/132123 pubblicato il 18 aprile dell’Agenzia delle Entrate, tale provvedimento infatti va a scardinare l’interpretazione della disposizione che vincolava lo spalmacrediti unicamente ai crediti di imposta derivanti dalle comunicazioni di cessione del credito o sconto in fattura inviata all’Agenzia delle Entrate entro e non oltre il 31 marzo 2023.
È possibile inoltre inserire nelle opzioni anche le quote residue degli anni precedenti (per tutte le operazioni oltre la prima cessione) oppure lo sconto in fattura avviato dall’agenzia delle entrate fino al 31 ottobre 2022.