La Cassazione ha respinto il ricorso della Procura generale di Trieste contro la sentenza di assoluzione di Stefan Meran Alejandro Augusto, il dominicano che il 4 ottobre 2019 uccise gli agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta durante una sparatoria nella Questura del capoluogo. La Corte Suprema avrebbe quindi accolto il parere di inammissibilità del ricorso espresso dal sostituto procuratore generale della Cassazione, Antonietta Picardi, dopo che Meran era stato riconosciuto incapace di intendere e di volere. A carico dell’uomo, l’obbligo di permanenza per 30 anni in una Rems, residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza.



Per l’omicidio dei due poliziotti Meran è stato ritenuto non imputabile per vizio totale di mente. Subito dopo la decisione della Cassazione, l’avvocato che assiste il dominicano, Paolo Bevilacqua, ha commentato così l’esito, come riporta RaiNews: “Non è una vittoria ne una sconfitta, questo è il giusto epilogo di una tragedia. Abbiamo combattuto contro ogni pregiudizio“.



Sparatoria Questura Trieste: la reazione dei familiari delle vittime dopo la conferma dell’assoluzione per Meran

L’avvocato della famiglia dell’agente Pierluigi Rotta, Maria Cristina Birolla, si sarebbe detta “grata” alla Procura generale per il lavoro svolto nella ricerca della verità, ma resta la delusione per il rigetto del ricorso da parte della Cassazione: “Speriamo solo che i 30 anni inflitti a Meran siano effettivi, ogni 6 mesi la sua situazione viene rivista e se tra 10 anni verrà valutato non più pericoloso, sarà nuovamente un uomo libero“.



Il padre del poliziotto, Pasquale Rotta, che aveva invocato giustizia anche attraverso i social, ha affidato a un post su Facebook il suo commento a margine del no al ricorso contro l’assoluzione di Meran: “Volevo ringraziare a tante persone che in questo momento difficile ci sono state vicine, si sono esposte con coraggio. Non perdonerò mai quelle persone che, secondo un loro metodo di giudizio, hanno dato le loro versioni, che non condivido affatto, vi auguro di vivere a lungo per pensare a quello che avete espresso, inoltre volevo augurarvi che un domani recente, lontano, sarete voi a dover essere giudicati e provare quello che voi avete causato. Lo sapete perche non avete un briciolo di umanità, capisco il lavoro, ma il contatto umano nelle vostre belle lauree non ve lo hanno insegnato, oppure avete avuto dei genitori che non sono stato bravi a insegnarvi a dire una sola parola, Scusate non siamo stati in grado di dare giustizia a Pierluigi e Matteo“.