Venerdì 20 maggio, già nel pomeriggio era trapelata la notizia, con conseguente e immediata bufera di polemiche annesse: il premier, rompendo il silenzio per il quale si era contraddistinto nel dopo elezioni, aveva registrato ben cinque interviste che sarebbero andate in onda in altrettanti telegiornali la sera. Ora l’autorità garante per le comunicazioni, ha deciso che la questione non può rimanere impunita. E ha multato Rai e Mediaset per 800mila euro complessivi. Al Tg1 e al Tg4, in particolare, è stata inflitta la massima pena possibile, in quanto recidivi, pari a 258.230 euro. Tg2, Tg5 e Studio Aperto, invece, dovranno sborsare 1oomila euro ciascuno. Secondo la Commissione servizi e prodotti dell’Agcom, nella situazione verificatasi il 20 maggio «si è avuta la trasmissione, in prime time, da parte dei notiziari Tg1, Tg2, Tg5, Tg4 e Studio Aperto, di interviste al Presidente del Consiglio». Tali interviste, secondo l’autorità, «contenenti opinioni e valutazioni politiche sui temi della campagna elettorale, e omologhe per modalità di esposizione mediatica», avrebbero «determinato una violazione dei regolamenti elettorali emanati dalla Commissione parlamentare di Vigilanza e dall’Agcom».
Mediaset, dal canto suo, rifiuta ogni addebito: «Mediaset è allibita per le sanzioni decise oggi dall’Agcom contro le quali ricorrerà immediatamente al Tar Con questa decisione l`Authority impedisce di fatto alle televisioni di fare il proprio mestiere di informazione e in questo modo diventa parte anziché arbitro, come la legge vorrebbe, del confronto politico».