Anche i candidati sindaci al comune di Cagliari che si fronteggeranno al ballottaggio, Massimo Zedda, 36 anni, espressione di Sel, e Massimo Fantola, il candidato del centrodestra, si sono affrontati, prima del voto, su Sky Tg 24. Mobilità cittadina, lavoro giovanile e turismo: questi i temi fondamentali su cui si è concentrato il dibattito. «Sono già avanti, ma non do vinto e perso niente», ha commentato Zedda, annunciando che, nonostante l’inedito sostegno ricevuto da Msi-Destra Nazionale, non vi sarà con loro alcun apparentamento. Fantola, dal canto suo, commentando il fatto che, sebbene Zedda sia avanti nelle preferenze, i cittadini abbiano premiato, per effetto del voto disgiunto, il proprio schieramento, ha dichiarato: «Il 53% dei cagliaritani ha votato centrodestra, Cagliari rimane una città moderata che non vuole essere governata dalla sinistra». Poi, giustificando il distacco con Zedda, ha aggiunto: «Ho lavorato in squadra non ho puntato sul protagonismo della mia figura». A proposito del paragone con il giovanissimo sindaco di Firenze, Matteo Renzi, Zedda ha detto: «So che governa bene, non è questione di età, ma di idee e capacità», mentre sull’ormai famosa e famigerata cena ad Arcore ha precisato: «Per ottenere risorse si va nei ministeri, non a cena da Berlusconi».
Di avviso contrario lo sfidante del centrodestra: «Ho parlato con Berlusconi e gli ho già detto che il giorno che divento sindaco andrò da lui per fare richieste precise su Cagliari». Attimi di tensione quando al candidato del centrodestra è stato rinfacciato di godere del sostegno delle cosiddette “tre emme”: Massoniera, mattoni e medicina. «La sinistra vive e vegeta su queste calunnie», è stata la sua replica. «Non si sa chi le pronuncia, perché le fanno circolare, sfido chiunque a dimostrare un solo atto della mia attività pubblica e privata che non sia stata a vantaggio dei cagliaritani e soltanto a vantaggio loro».
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