Due speleologi sono bloccati da ore all’interno della grotta Abisso dei giganti“, insenatura sui monti comaschi, a Zelbio, nella zona del Pian del Tivano. Un terzo è riuscito ad uscire, come riportato da Rai News. Le squadre di soccorritori sono arrivate sul posto alle 17:30 di ieri e dopo circa due ore sono riuscite a stabilire un collegamento telefonico tra la grotta e l’esterno. Nove tecnici di soccorso speleologico della IX Lombarda Cnsas, tra cui un’infermiera, si trovano all’interno della grotta, precisamente ad una profondità di 220 metri nel tentativo di tirare fuori gli speleologi, che dovrebbero trovarsi all’incirca una quarantina di metri più in basso. Uno dei due rimasti bloccati ha subito infatti una distorsione al ginocchio. L’uomo, le cui condizioni generali sono buone, proprio a causa di questo infortunio non riesce a risalire in autonomia.



SPELEOLOGI BLOCCATI NELLA GROTTA “ABISSO DEI GIGANTI”

Il terzo componente del gruppo di escursionisti, Fabio Bollini di San Marino, ha dichiarato a Il Giorno che a restare bloccati nella grotta sono stati la sua compagna Pamela e l’amico Alessandro Cegna: “Alessandro sta bene, ma fatica a camminare: adesso è fermo al campo base a -260 metri insieme alla mia compagna, Pamela, che si sta occupando di lui. Eravamo scesi venerdì per un’escursione tranquilla, siamo arrivati a quota -350 e poi ci siamo dovuti fermare proprio per il problema di Alessandro che non riusciva a caricare sulla gamba. Il rientro al campo base è stato molto lento, ci abbiamo messo una decina di ore”. Secondo quanto riportato da Il Giorno, prima di Fabio Bollini, ad uscire dalla grotta erano stati domenica sera tre membri dello Speleo Club Cai di Erba, che avevano accompagnato gli altri nell’escursione. Rai News spiega che a disposizione dei due speleologi bloccati nell’intrico di grotte vi sono viveri ed equipaggiamento per trascorrere in maniera confortevole le prossime ore. Che però potrebbero diventare addirittura giorni. Molto infatti dipenderà dalla capacità di Alessandro di camminare in autonomia, magari con una gamba steccata: in questo caso la risalita potrebbe impiegare alcune ore. Nel caso contrario si renderebbe necessario il trasporto in barella, con decine di soccorritori che dovrebbero essere impegnati nell’impresa dandosi anche il cambio in un’operazione che potrebbe durare un paio di giorni.

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