Il libro “Perché guariremo” del Ministro della Salute Roberto Speranza è stato sì ritirato poco prima dell’uscita in Italia, ma all’estero su Amazon resta rintracciabile e acquisabile, sta rappresentando non pochi “imbarazzi” anche a Palazzo Chigi davanti alle invettive del Centrodestra che premono per le dimissioni del leader di LeU. Sono poi alcune frasi dette dal Ministro la scorsa estate che destano non poche “preoccupazioni” circa la gestione e tenuta del Ministero nel pieno della pandemia: al di là dell’autoencomio fatto da Speranza sulla gestione del modello italiano (Conte-Arcuri-Cts) che avrebbe portato alla “sconfitta del virus in settembre” – profezia maledettamente errata – sono le dichiarazioni sulla “nuova sinistra” e l’egemonia culturale che hanno sollevato diverse polemiche ancora oggi.



Su Libero Quotidiano, Renato Farina concentra la sua attenzione proprio su quelle parole scritte da Speranza nel libro mai uscito in Italia: «Credo che, dopo tanti anni controvento, ci sia davvero una nuova possibilità di ricostruire un’egemonia culturale su basi nuove», e poi ancora «Sono convinto che abbiamo un’opportunità unica per radicare una nuova idea della sinistra». Secondo il giornalista di Libero, Speranza «candidamente dichiara che il suo lavoro di ministro è una galoppata sul cavallo della pandemia per guidare il popolo nella terra dove gli italiani finalmente vivranno nel paradiso invano cercato da Gramsci, Togliatti e forse D’Alema».



L’EGEMONIA DI SINISTRA E LA PANDEMIA

Un’altra frase viene poi sottolineata da Farina sulla quale nessuno finora aveva rilevato nel libro-fantasma vendibile solo all’estero: «Non si poteva lasciar pensare agli italiani che ci fossero regioni dove si viveva meglio». Ecco, con uno così – dichiara Libero – «Con uno così si lotta contro. Non si governa insieme. Impossibile [… ] Accanto a pagine patetiche, da ragazzo della via Paal, ci sono affermazioni che sono accettabilissime in una democrazia liberale, cioè comunismo puro, rivendicazione di una strategia cinica pur di arrivare al potere eccetera. Ma non quando passa da parola ad azione governativa». Un comunismo che sa però molto di “stalinismo”, conclude Farina invitando il Governo e lo stesso Premier a ‘disfarsi’ politicamente del leader di LeU e ministro cardine nella lotta alla pandemia Covid-19.



Ieri è stato il giorno dell’assedio reso “noto” sul Ministro Speranza: un retroscena del Messaggero dava Draghi molto vicino a “convincere” il titolare della Sanità a fare un passo indietro per ovviare ai tanti problemi ed errori manifestati da un anno a questa parte (vaccini, piano pandemico, chiusure, lockdown e gestione Cts). Poi Palazzo Chigi ha smentito ufficialmente la ricostruzione, ma restano di contro altre fonti sempre del Governo che danno comunque come effettiva la richiesta pressante di parte della maggioranza (Centrodestra e Italia Viva) per procedere l’ultima “epurazione” del team che ha gestito l’emergenza Covid fin dall’inizio (dopo Conte, Borrelli, Arcuri e parte del Comitato Tecnico Scientifico). La situazione resta complessa sul Ministro che oggi al Corriere della Sera si difende così «È una battaglia politica e non mi scandalizzo […] non mi dimetto, la destra vuole l’egemonia». Eccola lì che torna quella parola, “egemonia”, come sottolinea Farina durissimo al termine del suo editoriale: «Visto che adesso è arrivato Draghi, che diremmo essere abbastanza establishment, magari per coerenza e per pudore, dovrebbe darsi a una certa clandestinità. E lasciare cavalcare la pandemia a chi vuole semplicemente ucciderla invece che ringraziarla. E se non lo fa da solo, che faceva Stalin? La purga».