Solo qualche giorno fa vi abbiamo parlato di un altro documento dell’Oms che è sparito, quello che avrebbe spinto il Ministero della Salute a cambiare la definizione di sospetto caso Covid. Ora il colpo di scena: sul sito dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) spunta un documento che porta una data precedente alle linee guida emanate dal dicastero guidato da Roberto Speranza. A parlarne è La Verità, che ne è venuta in possesso. Si tratta di un file datato 21 gennaio che sarebbe stato acquisito dalla procura di Bergamo che sta indagando per epidemia colposa e falso nella gestione dell’emergenza Covid. Si tratta di un documento che giustificherebbe la scelta del Ministero della Salute di cambiare la definizione di caso sospetto di coronavirus, restringendola a quelli di avvenuta infezione. Ma dall’analisi dei metadati è emerso che il file della circolare dell’Oms è stato creato il 23 gennaio e poi retrodatato. Niente di strano, anzi è successo anche con le linee guida del 31 gennaio, il cui file porta la data del 13 febbraio come quella di “nascita”. Ciò che è strano, spiega il quotidiano, è la numerazione, in quanto sia quella del 21 gennaio che quella del 31 sono indicate come n° 3 e peraltro i documenti sono identici. Una svista dei tecnici dell’Oms?
Il mistero si è infittito quando nel tardo pomeriggio di ieri è comparso per la prima volta sul sito dell’Oms anche il documento del 21 gennaio 2020 che non esisteva online, ma con la numerazione 1, che era del documento dell’11 gennaio, che ora è sparito, mentre le linee guida del 15 gennaio diventano il numero 2 e al 3 c’è sempre il documento del 31 gennaio.
“OMS SPIEGHI PERCHÉ FILE SPUNTA SOLO ORA”
L’avvocato Consuelo Locati, del team legale che assiste quasi 500 familiari di vittime di Covid, attacca: «L’Oms dovrebbe spiegare perché un file che prima non esisteva adesso è consultabile, guarda caso dopo che La Verità ne ha parlato. Dovrebbe anche far chiarezza sulla confusione nella numerazione di documenti così importanti, che compaiono e scompaiono». Il sospetto de La Verità è che l’Oms con le linee guida del 31 gennaio abbia voluto proteggere le decisioni italiane del 27 dello stesso mese, quindi il documento del 21 potrebbe essere una bozza. In tal caso, non si spiega perché sia comparso improvvisamente come linea guida numero 1. Secondo l’avvocato, Roberto Speranza dovrebbe spiegare perché dopo il report del 2 febbraio 2020 del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) le indicazioni sulla valutazione anche della storia clinica ed epidemiologica e del quadro clinico del paziente per valutare la possibilità di infezione da Covid non sono state inserite in una circolare del Ministero della Salute.