Mario Giordano torna sul giallo della richiesta di archiviazione per l’ex ministro della Salute Roberto Speranza e l’ex direttore generale dell’Aifa Nicola Magrini. Mercoledì a Fuori dal Coro aveva dato in esclusiva la notizia dell’indagine con capi di imputazioni pesanti, che vanno dal falso ideologico all’omicidio. Come evidenziato dallo stesso giornalista e conduttore sulla Verità, la vicenda riguarda “le verità taciute e le informazioni taroccate durante la campagna vaccinale“. L’iscrizione di Speranza e Magrini nel registro degli indagati risale al 30 ottobre scorso, per questo ci si chiede come mai la procura di Roma abbia aperto un’inchiesta 25 giorni fa per poi chiederne subito l’archiviazione.
Se riteneva che nell’esposto presentato da alcune associazioni non vi fosse notizia di reato, non avrebbe dovuto fare proprio nulla. Se invece riteneva ci fosse notizia di reato, tanto da aprire il fascicolo, allora perché chiederne la chiusura subito dopo? Peraltro, l’unica fonte relativa alla notizia dell’archiviazione è l’avvocato di Speranza. Ai legali delle parti offese è stata, infatti, notificata in data 3 novembre l’apertura dell’inchiesta, ma non è mai stata notificata l’archiviazione.
CHIESTA ARCHIVIAZIONE PER SPERANZA E MAGRINI? COSA NON TORNA…
Inoltre, come evidenziato dalla Verità nell’edizione odierna, nei giorni scorsi i legali delle parte offese hanno chiesto l’accesso agli atti in più occasioni, anche perché ciò è importante per poi presentare le proprie memorie. Ma l’accesso non è stato ancora concesso. Pertanto, i legali delle parti offese non sanno cosa abbia chiesto la procura al Tribunale dei ministri. Invece, l’avvocato di Speranza sì. Ci si chiede come abbia fatto a saperlo, chi lo abbia informato.
Comunque, la richiesta di archiviazione è appunto una richiesta, quindi non è stata messa la parola fine a questa vicenda. Sarà il giudice a decidere. Ma Mario Giordano fa notare un’altra anomalia: non risulta alcuna richiesta di archiviazione per Nicola Magrini, per il quale non è necessaria nessuna autorizzazione da parte del Tribunale dei ministri.