Come sarà il Natale 2021? Dipende da noi. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza nel corso del suo intervento a “Che tempo che fa”. «L’indice Rt non è già deciso. I due fattori essenziali sono la campagna di vaccinazione e i nostri comportamenti». Quindi, sono tre le cose da fare: «Se continuiamo a insistere su richiami, sulle prime dosi e comportamenti corretti possiamo limitare il più possibile le restrizioni, dipende da noi». Il ministro Speranza ha fatto anche una previsione: «Arriverà una curva piuttosto insidiosa nelle prossime settimane, non possiamo pensare che ciò che accade vicino a noi non ci riguardi, quindi dobbiamo stare attenti». Per ora i numeri dell’Italia sono più bassi rispetto agli altri paesi europei, e i motivi sono diversi.



«L’Italia è ancora uno di quesi Paesi che ha conservato misure precauzionali. I numeri sono più bassi non solo per la campagna vaccinale, ma anche perché siamo stati più prudenti. E ci siamo dati regole di maggiore cautela anche per gli arrivi dall’estero», ha aggiunto Speranza. Riguardo all’Austria, ha fatto notare che «ha poco più di 9 milioni di abitanti e fa 13mila casi, noi 60 milioni di abitanti e abbiamo 7-8 mila casi. C’è una differenza marcata, ma dobbiamo monitorare la situazione, adeguando le misure all’andamento della curva. La scelta ora è di accelerazione sui richiami».



TERZA DOSE, CURE A NO VAX E VACCINO A BAMBINI

Il ministro Roberto Speranza a “Che tempo che fa” ha approfondito il tema della terza dose. «Per la fascia 40-60 anni bisogna aspettare dicembre, ma si può già effettuare la prenotazione. Ora stiamo concentrando gli sforzi sulla fascia d’età più avanzata, perché è quella più fragile». Inoltre, prende le distanze da chi prende in considerazione l’ipotesi di non garantire le cure ai non vaccinati: «Io ringrazio anche chi è arrivato tardi, ma al tempo stesso penso che la nostra Costituzione ci dia un messaggio non negoziabile: se una persona sta male si cura, non può essere una condizione a far trattare diversamente le persone. Ci sono cure che hanno costi enormi, ma il Paese deve difendere il proprio impianto universalista».



Nel frattempo si aspetta l’autorizzazione dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) al vaccino per i bambini di 5-11 anni. «Noi aspettiamo un pronunciamento ufficiale di Ema che pensiamo possa arrivare nelle prossime settimane e che darà probabilmente il via libera. Appena sarà ufficiale, noi daremo un’indicazione di procedere anche per questa vaccinazione». Nel frattempo c’è un confronto con i pediatri «per accompagnare questa decisione con capacità di dialogo con le famiglie. Noi siamo pronti a cominciare». Quindi, ha concluso con un avvertimento: «Anche oggi ci giungono notizie di under 12 che purtroppo finiscono in terapia intensiva. Non dobbiamo immaginare che siano esenti dai rischi del Covid. Se c’è la possibilità di proteggerli, abbiamo l’obbligo morale di farlo».