Riaperture sì, ma con gradualità. A spiegare la linea del Governo è il ministro della Salute Roberto Speranza ospite di Che tempo che fa. “Bisogna agire con cautela, senza bruciare le tappe o il rischio è di vanificare gli sforzi fatti”. Attualmente ci sono le condizioni affinché gran parte delle regioni passino in zona arancione da domani, del resto è stato deciso che ad aprile non ci sarebbero state regioni in giallo a causa della diffusione della variante inglese. “Ora registriamo gli effetti di quelle misure restrittive, con la curva epidemica che si piega, l’indice Rt che di settimana in settimana ha un segno meno sempre crescente e la leva delle vaccinazioni”. Roberto Speranza ha ribadito la necessità di agire con gradualità per non vanificare i sacrifici fatti: “Dobbiamo muoverci con prudenza, cautela e accortezza per programmare le prossime settimane”. Riguardo alle accuse di essere un ultra-rigorista, il ministro della Salute ha spiegato di essere “stato sempre realista”.
Per quanto riguarda le scuole, l’obiettivo è fare il possibile affinché “questa ripartenza ci accompagni fino al mese di giugno”. Nel frattempo, è stato dato come input priorità assoluta alle aziende sanitarie per il testing nelle scuole. “Tutti i dati che abbiamo ci dicono che dentro le aule non ci sono problematicità emergenziali, il punto è la quantità di movimenti che si sviluppa intorno alla scuola”, ha proseguito Roberto Speranza.
ROBERTO SPERANZA, DA SCUOLE A VACCINI
Il ministro della Salute Roberto Speranza è consapevole dei rischi che comporta la riapertura della scuola. “Però a due mesi dalla fine della scuola noi abbiamo fatto una scelta, quel piccolo tesoretto che abbiamo accumulato grazie alle misure su questo mese lo mettiamo sulla scuola, dando il segnale che la scuola è l’architrave del nostro Paese”, ha dichiarato a Che tempo che fa. Dunque, il Governo punta su due mesi di lezioni in presenza per “permettere ai nostri ragazzi, figli di poter riassaporare il piacere di ricominciare ad andare a scuola”. A proposito della campagna vaccinale, il ministro della Salute ha ammesso che su AstraZeneca “c’è stato un problema di comunicazione e di cambio di linea”, ma ha ribadito che “un vaccino che funziona e salva la vita. Un vaccino efficace e sicuro”.
Oltre a chiarire che chi ha ricevuto la prima dose di AstraZeneca deve completare sil ciclo, Roberto Speranza ha precisato: “I dati ci indicano che se non c’è stata reazione avversa nella prima somministrazione non ci sarà nella seconda. Questo ci dicono i nostri scienziati”. Invece sulla disponibilità dei vaccini: “Non vi è dubbio che avremmo auspicato tempi più rapidi e veloci. Sono stati fatti degli errori nella negoziazione, ma fare meglio non significa fare da soli. L’idea di comprarli insieme era un’idea giusta”. Questo per un motivo ben preciso: “La soluzione non era fare la guerra tra di noi, tra Italia e Germania, Italia contro Spagna o Germania”.