Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha concesso una lunga intervista a La Stampa, nella quale ha invocato un patto sociale su sanità e pensioni senza “giochi di Palazzo”. Si parte dalla situazione concreta della lotta al Coronavirus e su questo Speranza lancia un appello: “La battaglia non è ancora vinta“. Giusto ripartire, ma il ministro non condivide l’ottimismo di chi, anche fra gli scienziati, parla di Coronavirus ormai indebolito: “Non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino un mutamento significativo del virus. Il Covid circola ancora, l’ultima settimana a livello mondiale è stata la peggiore. È chiaro che bisogna ripartire, ma con prudenza”.



Secca la risposta a Giorgia Meloni, che suggerisce di non scaricare la app Immuni, che sarebbe un ‘Grande fratello di Stato’: “Non ho mai fatto polemica in questi mesi, dico solo che trovo sbagliato fare politica su questioni che hanno a che fare con la sicurezza delle persone. Non c’è nessun Grande fratello“.



Il ministro della Salute deve anche fare i conti con il calo di risorse, personale e posti letto, che di certo non hanno aiutato durante la pandemia. Speranza parla di “passato da archiviare” e rilancia: “In cinque mesi abbiamo messo nel Servizio Sanitario Nazionale più risorse degli ultimi cinque anni” perché, citando il Papa, “peggio di questa crisi c’è solo il rischio di sprecarla”.

SPERANZA SU MES, PATTO PER LA SALUTE E IVA

I 37 miliardi possibili del Mes per la sanità fanno gola e Speranza lo ammette senza problemi: “Il ministro della Salute si batte sempre e comunque per avere più risorse“, rimandando però al Parlamento la decisione sul Mes. Il ministro garantisce che pure i 5 stelle sono consapevoli che “bisogna ricominciare a puntare sulla difesa del Servizio Sanitario Nazionale”, dunque “già convinti che serva una stagione di investimenti senza precedenti“. Sulla salute dunque Speranza invoca “un grande patto-Paese per nuovi investimenti e una riforma del Servizio sanitario anche con gli ordini professionali, i lavoratori, le imprese, con chi si occupa di sanità”.



La maggioranza però è fragile, soprattutto in Senato. La ricetta del ministro per andare avanti con questa stagione di governo è chiara: “Meno giochi di Palazzo e più risposte al Paese“. La scuola è l’altra grande priorità e sul tema Speranza dice: “Siamo al lavoro sulle linee guida insieme alle regioni e alle parti sociali. A settembre tutte le scuole devono riaprire, ma nella massima sicurezza“.

Sul taglio dell’Iva Speranza conferma che LeU è piuttosto tiepida: la priorità è “far ripartire la domanda, dobbiamo valutare gli strumenti migliori per farlo”, magari con il taglio del cuneo fiscale, per il quale Speranza ritiene sia stato fatto “un intervento consistente” sul quale insistere.

SPERANZA: RIFORMA PENSIONI E FUTURO DEL CENTROSINISTRA

Sulla riforma delle pensioni, Speranza ritiene che la priorità sia “trovare uno strumento per tutelare il futuro pensionistico di chi vive in una condizione di fragilità lavorativa”. Si deve dunque aiutare anche i giovani, l’obiettivo è evitare “una guerra tra generazioni”. Altro tasto dolente è il Reddito di cittadinanza, perché la Corte dei Conti ha evidenziato che solo il 2% ha trovato lavoro: “Su tutti i provvedimenti è giusto fare una valutazione per capire cosa hanno prodotto. Io penso che un aiuto a chi è in difficoltà sia comunque giusto. Se non aiuta a trovare lavoro, c’è un problema su cui dobbiamo intervenire”, è il commento di Speranza.

Il Rdc è però un perno della politica dei Cinque stelle, così si passa al futuro del centrosinistra: Speranza vorrebbe che questa alleanza non sia solo  “la risposta a un’emergenza” ma un più ampio “progetto strategico per la costruzione di un nuovo campo democratico. C’è un terreno su cui provare a stare insieme”.

Le difficoltà però sono diverse: dai grillini puristi che potrebbero ritrovare in Alessandro Di Battista il loro leader alle parole di Beppe Grillo sulla rete unica (“esprime liberamente le sue opinioni, rispondendo di quel che dice”) fino alle mancate alleanze per le elezioni Regionali: “Per me è sbagliato che si governi insieme a Roma e poi si vada ognuno per i fatti propri nelle Regioni. È un elemento di contraddizione che non può reggere a lungo”, è il chiarissimo punto di vista di Speranza.