LA RIFORMA SPERANZA “OLTRE” L’EMERGENZA

Nel libro prima annunciato poi mai pubblicato in Italia, il Ministro della Salute Roberto Speranza diceva in un ormai famoso passaggio «Credo che, dopo tanti anni controvento, ci sia davvero una nuova possibilità di ricostruire un’egemonia culturale su basi nuove». E poi ancora, «Sono convinto che abbiamo un’opportunità unica per radicare una nuova idea della sinistra». Ebbene, oggi nell’intervista a “La Stampa” il Ministro in quota LeU annuncia per i prossimi mesi una “rivoluzione” sulla sanità pubblica prevista dalla riforma che è in cantiere al Ministero.



Speranza parla di 30 miliardi di risorse aggiuntive tra Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), rifinanziamento del fondo sanitario e fondi Ue per la povertà sanitaria nel Mezzogiorno: questi soldi «serviranno serviranno a ricucire le piaghe aperte dalla pandemia nella sanità, anche se le difficoltà del nostro sistema sanitario nazionale non nascono con il Covid, ma da una troppo lunga stagione di tagli che lo ha preceduto». Mentre ancora si combattere l’emergenza Covid, sottolinea il Ministro, occorre «alzare lo sguardo oltre l’emergenza. Il filo che unisce tutti i nostri interventi ruota intorno a tre parole chiave: prossimità, innovazione e uguaglianza».



GREEN PASS E RESTRIZIONI: “SERVE GRADUALITÀ”

La “ricetta” di Speranza è illustrata all’interno ancora dell’intervista a “La Stampa” e guarda a quei tre livelli precedentemente illustrati: «La pandemia ha reso evidenti almeno tre limiti della nostra sanità: il ritardo nel sapersi adeguare ai bisogni di una popolazione che invecchiando ha fatto esplodere le malattie croniche, il deficit digitale e una crescita delle diseguaglianze nell’accesso ai Lea, i livelli essenziali di assistenza, che sono su valori non adeguati al Sud. Ma ora abbiamo l’opportunità di trasformare la più dura emergenza sanitaria del dopoguerra in una grande opportunità di ammodernamento e rafforzamento della nostra sanità pubblica». Nello specifico, sul fronte della “prossimità” il leader di Articolo 1 sottolinea «Con la cronicizzazione delle malattie c’è sempre più bisogno di una sanità di prossimità, che sia più vicina alle persone. E il cuore della nuova rete territoriale saranno le Case di comunità. Luoghi fisici dove 24 ore su 24 e sette giorni su sette équipe multiprofessionali composte da medici di famiglia, pediatri di libera scelta, specialisti, infermieri di famiglia e di comunità potranno rispondere a tutti i bisogni di assistenza che non siano quelli legati all’emergenza e alla fase acuta della malattia, compresa la possibilità di eseguire esami diagnostici di primo livello». Case di cura, Telemedicina e poi ospedali di comunità: «Ne realizzeremo 400 entro il primo semestre del 2026 e saranno fondamentali per assistere quei pazienti che non hanno più bisogno dell’ospedale ma che necessitano comunque di brevi degenze per stabilizzare la propria condizione clinica». A questo guarda il Ministro Speranza chiedendo di approvare tale riforma «entro il 30 giugno» sfruttando appeno tutte le risorse del Recovery Fund italiano. Prima resta da combattere però il Covid-19 e qui Speranza lancia una rinnovata “delusione” in chi nel Governo ritiene che si possa levare quasi tutte le restrizioni con il finire dello stato d’emergenza il prossimo 31 marzo: «Covid non scompare premendo il tasto off come se stessimo spegnendo la luce. Green Pass? È chiaro che ci troviamo in una fase nuova, ma serve gradualità, non possiamo far saltare in un solo momento tutte le precauzioni che ci hanno consentito di lasciare aperto mentre altri in Europa entravano in lockdown».

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