Il mese di dicembre sarà decisivo per capire se lo stato d’emergenza verrà prorogato e se potranno essere inclusi nella campagna vaccinale anche i bambini under 12. Lo ha fatto intendere chiaramente il ministro della Salute Roberto Speranza nel corso del suo intervento a Mezz’ora in più. “Queste sono scelte che abbiamo deciso di fare a ridosso della scadenza. Ora è ancora presto. Ci baseremo comunque sulle evidenze scientifiche. Non avremo alcun timore a prorogare lo stato d’emergenza se sarà necessario. A 60 giorni dalla scadenza la curva sta risalendo, seppur in maniera contenuta. Quindi, facciamo un passo alla volta”.



Dallo stato d’emergenza alla valutazione dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) per il vaccino ai bambini tra 5 e 12 anni, Roberto Speranza ha spiegato: “L’auspicio è che possa esprimersi entro la fine dell’anno, a dicembre. Quando lo farà, anche noi procederemo. Negli Stati Uniti si sta partendo in queste ore. Vaccinare anche i più giovani ci può consentire ulteriormente di mettere sotto controllo la curva del contagio. La data esatta non è nota, ma Ema entro la fine dell’anno dovrebbe concludere la procedura”. Dall’Ema si attendono riscontri anche sui vaccini di Russia e Cina: “Il nostro auspicio è che ci possa essere un reciproco riconoscimento. Non è una questione politica, ma sanitaria, perché devono dirci che sono efficaci e sicuri”.



SPERANZA “CON VACCINI EPIDEMIA GESTIBILE”

Nel corso del collegamento il ministro della Salute ha fatto anche il punto della situazione per quanto riguarda la pandemia Covid. “I dati che arrivano dagli altri paesi europei devono farci riflettere ulteriormente e far tenere alta la nostra attenzione. Ma la Romania ha il 30% di persone vaccinate, noi siamo all’86,3% con prima dose e 83% con seconda dose. I dati che ci arrivano dal resto del mondo ci dicono che dove i tassi di vaccinazione sono molto alti la situazione è più gestibile, soprattutto in termini di ospedalizzazioni. Così si rompe la catena del rapporto tra numero contagiati e ospedalizzazioni, in particolare ricoveri in terapia intensiva”. D’altra parte, la situazione in Europa è variegata. “I paesi dell’Est hanno dati molto bassi, come Romania e Bulgaria, ora pagano un dazio enorme. Sono a numeri di contagi e di ospedalizzazioni che somigliano a quelli delle prime ondate in cui non avevamo i vaccini. In altri paesi i contagi sono in crescita, ma a ciò non corrisponde una situazione ospedaliera grave”, ha aggiunto Roberto Speranza nel programma di Lucia Annunziata.



“POSSIAMO RAGGIUNGERE 90% VACCINATI”

Lo scudo che abbiamo costruito con la campagna vaccinale ci aiuterà in inverno, ma servono anche misure di cautela e prevenzione. Così come è utile il green pass. “In questo momento è fondamentale perché ci permette di tenere le attività aperte in sicurezza. In un quadro epidemiologico diverso faremo le valutazioni necessarie. Ora la curva non si sta abbassando. I numeri sono in crescita, per questo serve prudenza”. Di sicuro se ci possiamo permettere di non avere restrizioni come in passato è grazie alla campagna vaccinale. A tal proposito Roberto Speranza ha aggiunto: “Noi non ci siamo mai dati un obiettivo secco del 90%, ma se mi avessero detto che alla fine di ottobre saremmo stati all’86,3% con prima dose, sarei stato molto contento. Dobbiamo salire ancora e il 90% è un obiettivo alla nostra portata. Dobbiamo insistere e l’uso del green pass è stato utile. Oggi l’Italia abbiamo 7-8 punti in più della Germania e siamo più avanti di Gran Bretagna e Francia. Ma non ci accontentiamo, dobbiamo ancora crescere per avere uno scudo più forte contro la pandemia”.

MANIFESTAZIONI NO VAX E NO GREEN PASS

Il ministro della Salute si è rivolto anche a quanti stanno manifestando in queste settimane contro vaccini e green pass. “Io non credo che ci sia un link tra una questione sociale e le manifestazioni in cui si parla di dittatura sanitaria, in cui si richiama a campi di concentramento. Sono fuori da ogni grazia di Dio. Si usa in modo improprio una parola che richiede prudenza”. Ma a Mezz’ora in più ha messo in evidenza che c’è la necessità di “insistere nel dare messaggi basati sull’evidenza scientifica. Nel 13% di italiani non vaccinati ci sono persone diverse, non sono tutti no vax ideologici, ci sono anche persone con paura. Il modo di convincerle non è insultarle, ma far emergere la trasparenza e i dati scientifici ci sono. Che differenza c’è tra Romania e Italia? Nella campagna vaccinale”. Proprio a Trieste, dove si sono tenute diverse manifestazioni, sta aumentando l’incidenza dei contagi. “Se non ci sono vaccinati e non si usano precauzioni il rischio di contagio c’è”. Infine, sulla terza dose, Speranza non si è sbilanciato in merito al fatto che sarà destinata a tutti: “Lo valuteremo con tutta la comunità scientifica. In questo momento si parte dalle categorie più fragili”.