C’è una società farmaceutica che ha iniziato la sperimentazione sull’uomo di un farmaco progettato dall’intelligenza artificiale, l’AI. Come riporta stamane il Financial Times si tratta nel dettaglio di Insiloco Medicine, azienda fondata dallo scienziato lettone Alex Zhavoronkov, che ha appunto svelato di aver somministrato ad un paziente in Cina una nuova terapia per trattare la fibrosi polmonare idiopatica della malattia polmonare cronica. La particolarità è che il farmaco in questione, INS018_055, è il primo interamente “scoperto e progettato dall’IA” ad iniziare una sperimentazione clinica di fase 2 e rappresenta quindi un’importante pietra miliare per l’industria. “Per Insilico è il momento della verità ma è anche un vero test per l’intelligenza artificiale e l’intero settore dovrebbe stare a guardare”, ha dichiarato Zhavoronkov in un’intervista.



“La nostra azienda – ha proseguito – ed è un’affermazione grande e audace, può raddoppiare la produttività di quasi tutte le grandi aziende farmaceutiche”. Negli ultimi anni sono diverse la compagnie farmaceutiche che hanno raccolto miliardi di dollari per lo sviluppo di strumenti di intelligenza artificiale per scoprire nuovi farmaci; si tratta di una nuova strategia di Big Pharma che secondo Morgan Stanley punta a capitalizzare un’opportunità da ben 50 miliardi di dollari.



FARMACO CREATO DALL’AI: SI RIDURRANNO TEMPI E COSTI

Stando Zhavoronkov grazie all’AI si potrebbe dimezzare il tempo necessario per scoprire i farmaci e nel contempo ridurre i costi di immissione dei farmaci sul mercato, che Deloitte stima in media a 2,3 miliardi di dollari per ogni terapia. Si possono elaborare grandissime quantità di dati per identificare in maniera rapida i bersagli dei farmaci, quindi quelle proteine presenti nel corpo che sono associate a particolari malattie, e di conseguenza le molecole che possono essere trasformare in medicinali.

Un settore in grande espansione: “L’interesse non manca. Ogni grande azienda farmaceutica ha investito in partnership con almeno una, se non più, aziende di intelligenza artificiale”, ha affermato al Financial Times Topol, autore di Deep Medicine, libro che esplora il potenziale dell’IA nell’assistenza sanitaria.