È morta perché il fratello non accettava la sua relazione con un uomo transgender. Questa la drammatica sorte di Maria Paola Gaglione, morta dopo che il fratello ha speronato lo scooter su cui era a bordo. Indagato per ora per omicidio preterintenzionale e violenza privata aggravata dall’omofobia, il 30enne si difende dicendo che non voleva uccidere la sorella, ma darle una lezione. E la famiglia è dalla sua parte. «Michele era uscito per convincere la sorella Maria Paola a rientrare a casa, ma non l’ha speronata, è stato un incidente», hanno fatto sapere ai media. Intanto Ciro Migliore, con cui Maria Paola Gaglione aveva una relazione, le ha dedicato un post sui social. «Amore mio… oggi sono esattamente 3 anni di noi, 3 anni. A prenderci e lasciarsi in continuazione… avevo la mia vita come tu avevi la tua… ma non abbiamo mai smesso di amarci… dopo 3 anni ti stavo vivendo ma la vita mi ha tolto l’amore mio più grande la mia piccola», ha scritto su Instagram il ragazzo transgender, rimasto ferito nell’incidente provocato dal fratello della ragazza. Difficile per Ciro ora vivere senza la fidanzata: «Eri l’unica per me, l’unica che mi amava veramente. Non posso accettarlo ancora.. non ci riesco».
MARIA PAOLA GAGLIONE, UCCISA DA FRATELLO PER STORIA CON TRANS
Quello che sembrava essere un drammatico incidente, in realtà si è rivelato qualcosa di molto più grave. Un giovane di 25 anni, Antonio Gaglione, ha speronato lo scooter della sorella Maria Paola, 22 anni, facendola cadere mortalmente. Si è poi fiondato sul compagno trans della ragazza ferendolo. Alla base dell’episodio choc avvenuto a Caivano, in provincia di Napoli, come riferisce TgCom24, la relazione della sorella che secondo Antonio era una “vergogna”, solo perchè il suo compagno, Ciro, è un trans, coetaneo di Maria Paola e con il quale la giovane aveva relazione stabile culminata nella convivenza che andava avanti da qualche anno. Eppure per il fratello Antonio, come spiega Il Mattino, quella relazione che la coppia viveva con normalità, senza alcuna ostentazione ma neppure senza nascondersi, rappresentava qualcosa di insopportabile. per questo, la scorsa notte, avrebbe deciso che servisse ad entrambi “una lezione”: nel tratto di strada tra Caivano ed Acerra, Antonio a bordo del suo scooter ha inseguito e speronato Maria Paola e Ciro e bordo della loro moto, speronandoli e provocando un incidente.
MARIA PAOLA GAGLIONE, IL FRATELLO “ERA INFETTA”
A causa dell’improvviso e violento urto provocato da Antonio Gaglione, il mezzo sbandato uscendo fuori strada ed impattando contro la recinzione di un campo. Sul posto si sono precipitati i carabinieri della caserma di Acerra che hanno fermato il 25enne ed allertato l’ambulanza del 118. Per la sorella Maria Paola però non c’è stato niente da fare mentre il compagno Ciro è stato trasferito alla clinica Villa dei Fiori di Acerra e nonostante il pestaggio le sue condizioni non risulterebbero particolarmente gravi, almeno da un punto di vista fisico. Al cospetto dei carabinieri che hanno provveduto poi al suo arresto, Antonio avrebbe commentato: “Volevo darle una lezione, non ucciderla. Ma era stata infettata”. Inizialmente l’uomo rispondeva di lesioni personali, morte come conseguenza di un altro delitto e violenza privata, ma la sua posizione si è poi aggravata ed è finito poi in cella per omicidio preterintenzionale e violenza privata aggravata.