Si è contratta un’altra volta la spesa degli italiani che nel corso del 2023 si sono trovati a dover limitare il volume di acquisti di generi alimentari: a dirlo è l’ultimo report pubblicato dall’Istat in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione che si è unito ad una serie di dati raccolti – nello stesso periodo – anche dall’Unione Nazionale dei Consumatori e dalla Coldiretti che sembrano procedere tutta nella stessa direzione; il tutto (quasi naturalmente) imputando la colpa della contrazione della spesa agli effetti ancora devastanti – ma fortunatamente in progressivo calo, specialmente negli ultimi mesi – dell’inflazione.



Prima di arrivare ai dati dell’Istat sulla spesa alimentare è interessante fare un passetto indietro per recuperare le recenti stime del Fondo di aiuti europei agli indigenti che parlano di oltre 3,1 milioni di persone che in Italia hanno fatto uso dei servizi di assistenza come le mense caritatevoli o le derrate alimentari comunali; mentre la già citata Unione consumatori ha calcolato che in media i consumi nel bel paese sono calati di addirittura 506 euro annuali che vanno letti come un calo dello 0,9% del cibo che ogni giorno si porta in tavola.



Coldiretti: “2,3 milioni di famiglie hanno dovuto rinunciare alla carne nella spesa”

Più precisi – e sarà la Coldiretti, tra qualche riga, a darci un’idea chiara della portata dei numeri – i dati dell’Istat che ci parlano del 31,5% di famiglie (ovvero quasi una su tre) che lo scorso anno hanno “modificato le proprie abitudini di spesa” scegliendo meno alimenti o alternative più economiche: complessivamente la spesa familiare mensile ammontava poco più di 2.700 euro che pur rappresentando un aumento del 4,3% rispetto al 2022, va letto tenendo conto anche dell’inflazione che aumentava del 5,9% il costo dei beni; con l’ovvia conseguenza che l’aumento è in realtà una contrazione dell’1,5% in termini assoluti.



A fronte di questi numeri – che per certi versi sono tragici – Assutenti ha parlato di una sorta di “dieta forzata” per gli italiani che è destinata a diventare strutturale anche nel 2024 dato che nei soli primi otto mesi la spesa alimentare si è ridotta dell’1,1%; mentre tornado al 2023, Coldiretti ha tradotto le stime dell’Istat con il semplice paragone che 2,3 milioni di famiglie (ovvero una su dieci) lo scorso anno non sono riuscite ad acquistare carne o pesce su base settimanale, con particolari criticità tra gli under 65 – single o in coppia -, i genitori single con figli e le coppie con minorenni a carico.