Una coppia con due figli può arrivare a risparmiare fino a 3.350 euro all’anno rispetto agli 8.550 di spesa media stimati dall’Istat. Come? La risposta viene dai risultati dell’annuale indagine di Altroconsumo, che individua le insegne distributive capaci di assicurare scontrini meno salati.

Fonte: Altroconsumo



Indagine su oltre 1.100 punti vendita

Condotta tra il 7 marzo e il 1° aprile 2022 su un campione di oltre 1,6 milioni di prezzi in 1.171 punti vendita di 67 città italiane, la ricerca incorona a pari merito Aldi ed Eurospin, che vincono alla voce “spesa più conveniente”: qui infatti i prezzi sono più bassi del 34% rispetto all’ultima insegna classificata, Carrefour Market.



Alle loro spalle, si posizionano i supermercati Esselunga Superstore ed Esselunga, con prezzi mediamente più alti del 9 e 12% rispetto a quelli dei due discount che guidano la classifica. L’insegna della famiglia Caprotti – dice la survey – è invece quella che consente di mantenere lo scontrino più basso pur non privandosi dei prodotti di marca: Altroconsumo stima infatti che qui si possa risparmiare fino al 9% rispetto alla sigla che occupa l’ultima posizione, ovvero Carrefour Market, che per contro conquista il vertice della graduatoria relativa ai prodotti a marchio commerciale, cioè i prodotti che riportano il logo del supermercato, e che generalmente hanno un prezzo più basso dei brand. Prodotti che rappresentano la principale risposta dei supermercati per contrastare la proposta, costruita sulla convenienza, dei discount.



Se si considera invece il parametro della spesa mista, ovvero quella che include referenze di marca a non, dalla ricerca emergono le brillanti performance di Famila Superstore e Dok, meno costose dell’11-12% rispetto alle insegne fanalino di coda, Carrefour e Bennet.

Si accorciano le distanze tra Nord e Sud

Dai risultati dell’indagine, emerge poi che, a livello locale, Parma è la città in cui è possibile risparmiare di più in assoluto (il 18%, pari a 1.410 euro l’anno), scegliendo il punto vendita meno caro tra super e iper visitati (Esselunga Superstore) rispetto a quello in cui lo scontrino è più alto (Sigma). Un approccio, quest’ultimo, che mostra di funzionare bene anche in altre città del Nord Italia come Venezia, Bologna, Ravenna e Vicenza. Al contrario, a Teramo, Taranto e Potenza, il massimo risparmio possibile si limita a una forbice compresa tra 145 e 220 euro, pari al 2-3% di risparmio.

Va anche detto però che lo scarto tra Nord e Sud del Paese si sta assottigliando: fino allo scorso anno, infatti, il 70% dei primi 30 punti vendita più economici si trovava nel Triveneto, ora la percentuale è calata al 40%. Una tendenza confermata anche da un altro indicatore: i primi negozi del Centro-Sud – dice Altroconsumo – compaiono in classifica già alla quattordicesima e quindicesima posizione, mentre nel 2021 bisognava attendere la quarantesima, e si tratta di Coop-Fi di Sesto Fiorentino e Spesa 365 di Bari.

Il terzetto di vertice della classifica dei punti vendita più economici tra quelli visitati rimane però appannaggio del Settentrione: il gradino più alto del podio è infatti occupato da Emisfero di Vicenza, seguito da Mega di Treviso ed Esselunga di Mantova. Ma sempre al Nord vanno ascritte pure le posizioni di coda del ranking, dal momento che i supermercati più cari dell’inchiesta sono, nell’ordine, Sigma di Ravenna, Coop di Venezia e Sigma di Parma.

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI