Il Coronavirus ha cambiato le nostre abitudini. Inevitabilmente, verrebbe da aggiungere. Il rischio contagio e il distanziamento sociale ci hanno indotto a compiere una decisa virata, stravolgendo la quotidianità anche nelle cose più semplici, come, ad esempio fare la spesa, con gli ordini online ormai sempre più gettonati. È quanto ha confermato in un’intervista rilasciata al quotidiano nazionale “Il Corriere della Sera” Sami Kahale, ceo di Esselunga: “Il nuovo consumatore cerca più convenienza, multicanalità tra e-commerce e supermercati, e, soprattutto, compra più prodotti fatti in Italia, che danno maggiore garanzia di qualità”. Una rivoluzione a suo modo drastica, ma che contempla in realtà ciò che negli altri Stati avviene ormai da anni, tanto che Esselunga ha già pronto un piano d’azione per restare al passo con i tempi: “Puntiamo a velocizzare la spesa, limitando i prodotti sfusi tra frutta e verdura. È un mondo che cambia e che porterà anche i fornitori a intervenire sul packaging, aumentandone ulteriormente la sostenibilità su nostra richiesta”.
SPESA ONLINE CON IL CORONAVIRUS: “IL MODO DI COMPRARE CAMBIERÀ PER SEMPRE”
Durante il suo intervento sulle colonne de “Il Corriere della Sera”, Sami Kahale ha sottolineato come Esselunga abbia subìto un tracollo per quanto concerne gli introiti, spiegando le ragioni di questa dolorosa battuta d’arresto. “Ha impattato il divieto di spostamento tra Comuni. Nelle grandi città non ce ne si accorge, ma in provincia spesso le persone hanno a poca distanza un supermercato, che si trova però in un altro Comune. Così il 50% dei nostri clienti abituali non è potuto venire da noi”. Chiaramente, in molti hanno fatto ricorso all‘e-commerce, lo shopping virtuale comodamente accessibile da casa, e anche in questo caso non sono mancati problemi: “Abbiamo dovuto accelerare la trasformazione e far girare a pieno ritmo la nostra flotta di camioncini per garantire qualità e freschezza dei prodotti”. In ogni caso, secondo il ceo di Esselunga la necessità della spesa online forse calerà dopo l’emergenza, ma rimarrà una consuetudine e “noi abbiamo già investito tanto per cambiare. Lo facciamo per garantire il futuro dei nostri dipendenti e assicurare la continuità del servizio ai nostri clienti”.