Ecommerce, marketplace, beni di largo consumo. Questi i temi chiave al centro della quinta edizione del Netcomm Focus Food, l’evento di Netcomm dedicato ai trend digitali nel settore food&grocery, che si è svolto, in collaborazione con Tuttofood, lo scorso 27 ottobre. Ecco i dati salienti, presentati dal presidente di Netcomm Roberto Liscia, in merito al commercio online di beni di largo consumo. E un approfondimento sui principali benefici e criticità legati alla vendita su marketplace.
La spesa online di prodotti di largo consumo in Italia è cresciuta del 9% nel 2022, dopo un 2021 in cui questa categoria aveva registrato un incremento del 23,5%, raggiungendo 1,8 miliardi di euro di vendite totali, equivalente al 2,5% del volume d’affari dell’intero settore Fmcg (fast-moving consumer goods). I dati confermano come, anche nel settore dell’agroalimentare, il commercio digitale è sempre più una realtà. E riguarda anche le piccole e medie imprese. Certo, il trend è molto lontano dall’exploit straordinario del 2020, in cui aveva messo a segno un balzo del 146% negli acquisti online della Gdo. Ma ancora nel 2021 il commercio digitale è cresciuto in Europa. E le previsioni fanno ben sperare anche per il 2022.
In Italia, 10,8 milioni di famiglie acquistano alimenti online, un dato in crescita di oltre 2 milioni rispetto al pre-pandemia: la penetrazione è molto alta in Italia (42,4%). E la market share del comparto Gdo è del 2,3%. Percentuale che sale al 2,5% se si considerano anche i pure player digitali. La crescita dell’e-commerce non è stata osservata solo nel 2020 e 2021, ma anche nel 2022: quest’anno, sebbene in misura minore rispetto ai mesi precedenti, il segmento ha comunque continuato a crescere. E ciò avviene nel Sud Italia ancora maggiormente rispetto al Nord, a dimostrazione del fatto che l’uso del digitale è distribuito in modo omogeneo in tutta la Penisola.
Il problema, ora, riguarda l’offerta digitale. Si nota infatti una difformità di crescita tra personal care, pet care e drogheria alimentare rispetto ad altri comparti, come il beverage, che sta perfino perdendo quote di mercato rispetto allo scorso anno (-4,7%). Il digitale, inoltre, si colloca come canale vocativo per il lancio di nuovi prodotti: questo mondo premia chi fa innovazione in termini di prodotto, packaging e servizio. Tanto che nell’online le novità rappresentano il 10,1% del valore di mercato contro il 6,3% dell’offline.
Analizzando gli assortimenti online, si osserva che c’è grande concentrazione su primi produttori e private label. In particolar modo, la private label oggi rappresenta il 17% degli assortimenti, in calo rispetto ai prodotti brandizzati. I primi dieci marchi in Italia, infatti, guadagnano spazio arrivando a occupare il 18% dello “scaffale” digitale. Anche i piccoli brand, comunque, trovano sempre più spazio a scaffale: i produttori rilevati, che non figurano tra i primi 30 in Italia, sono 849 per 5.800 marche. E hanno trend costanti di crescita nell’assortimento.
Quanto ai prezzi, è evidente dai dati che l’inflazione sta arrivando anche online, evidenziata da un incremento che, a totale, pesa +1,6%. Emerge specialmente il rincaro dei prezzi su beni di prima necessità come latte e pasta. È interessante notare che i prodotti venduti online sono mediamente più cari di quelli venduti nei canali tradizionali di ben 5,8 punti percentuali, con un aumento da 3,7% a 5,8% nei soli ultimi due mesi. Dall’analisi di assortimenti e prezzi, comunque, emerge chiaramente che ancora non esiste un modello codificato: le politiche delle diverse insegne rispecchiano da un lato la struttura di governance, dall’altro anche stadi di maturità diversi nel modo di affrontare la localizzazione e i canali online e offline.
Da quanto emerge, dunque, il digitale risulta essere un importante driver di crescita per le aziende del food italiano. A patto che l’intera filiera sappia affrontare alcune sfide: dall’ottimizzazione continua di assortimenti, prezzi e carrelli per migliorarne la sostenibilità economica, alla sostenibilità ambientale, dall’umanizzazione dell’esperienza digitale fino alla continua valorizzazione della prossimità. Non bisogna infine dimenticare l’importanza che, nelle dinamiche di vendita e acquisto online, rappresenta la logistica, che richiede continui investimenti in innovazione dei modelli di delivery.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.