DRAGHI SALE AL QUIRINALE SUL CAOS SPESE MILITARI

Sono ore di profonda tensione all’interno del Governo Draghi in attesa della presentazione del Def, in particolare sul tavolo di Palazzo Chigi è “piombato” lo scontro con il Movimento 5Stelle circa il settore delle spese militari (a sostegno dell’Ucraina, ma non solo). Nel pomeriggio il vertice tra Draghi e Conte non pare abbia risolto tutti i dubbi del leader M5s, tant’è che in serata il Presidente del Consiglio è salito al Quirinale per aggiornare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.



Come riportano fonti di Governo all’ANSA, al Colle si discuterà del dossier sull’aumento del 2% di Pil per le spese militari: «Il governo intende rispettare e ribadire con decisione gli impegni Nato sull’aumento delle spese militari al 2% del Pil. Altrimenti verrebbero meno gli impegni presi dalla maggioranza», sono le parole che Draghi avrebbe riportato a Conte durante il vertice pomeridiano. Alla risposta però nel punto stampa fuori da Palazzo Chigi dell’ex Premier «Non metto in discussione gli accordi con la Nato, ma l’aumento delle spese militari ora è improvvido», ecco che più di qualche “scricchiolio” nella maggioranza si è avvertito, specie perché alla vigilia della presentazione del Documenti di Economia e Finanza. Nonostante la rassicurazione data da Conte sul Decreto Ucraina – «non c’entra nulla con la corsa al riarmo e per questo lo voteremo in Senato, con o senza fiducia. Non votiamo il provvedimento a cuor leggero ma per senso di solidarietà verso chi sta difendendo il proprio Paese» – il nodo delle spese sul settore militare resta un punto di forte divisione all’interno delle forze di Centrosinistra.



SCONTRO DRAGHI-CONTE, A RISCHIO IL GOVERNO?

Parlare di crisi di Governo è ancora presto e decisamente improvvido, vista anche la situazione internazionale, ma di certo Draghi al Colle dovrà rendicontare la situazione attuale all’interno della sua maggioranza. E su questo, il leader del M5s non ha usato parole “rassicuranti”: «Ho portato a Draghi la preoccupazione del M5s e di tutti italiani. Ho chiesto al premier di lavorare per maggiori risorse per la salute italiani. Siamo rimasti che ci aggiorneremo. Aprire una crisi di governo non è sul tavolo, ma sosteniamo l’esecutivo e abbiamo diritto a essere ascoltati», ha detto Conte poco fa da Palazzo Chigi.



Dal Nazareno però non arrivano “schiarite” sullo scontro Draghi-Conte, con il Segretario del Pd Enrico Letta che si dice «seriamente preoccupato» per la situazione interna alla maggioranza. Il nodo resta la partita sul Def, dopo che Conte ha detto espressamente «Nel Def ragionevolmente non ci sarà scritto qualcosa del genere, ma questo non toglie che è una prospettiva che dobbiamo affrontare. Il problema può essere procrastinato ma dobbiamo affrontarlo dal punto di vista politico». Alle invettive del M5s sul riarmo si accostano anche i dubbi della Lega anch’essa non pienamente convinta a spingere l’acceleratore sul rialzo delle spese militari. Forte tensione oggi anche in Commissione Difesa e Esteri al Senato, con ancora i 5Stelle protagonisti: «È inaccettabile che il governo abbia deciso di accogliere l’ordine del giorno di FdI sull’aumento delle spese militari al 2% del Pil entro il 2024 malgrado la forte contrarietà della principale forza di maggioranza. Un ordine del giorno che inizia con ‘Il Senato impegna il governo’ non può essere accolto senza un voto di verifica», attaccano in una nota i grillini Paola Taverna (vicepresidente M5s e vice Presidente Senato), Vito Crimi, Gianluca Ferrara, Ettore Licheri, Andrea Cioffi e Gianluca Castaldi. «Malgrado la nostra insistente richiesta – proseguono i 5 M5s su tutte le furie – , la presidente della commissione Difesa Roberta Pinotti non ha voluto metterlo ai voti. Di cosa ha paura? Forse dopo le parole di Papa Francesco temono che in molti abbiano un rigurgito di coscienza e si oppongano a questa scelta scellerata? Di cosa ha paura il Governo?». In serata, su Twitter, Matteo Renzi torna ad attaccare il M5s e Conte per lo scontro in atto nel Governo: «Draghi è uno statista, Conte è un populista. Noi stiamo con Draghi, noi stiamo con l’Italia».