FURIA DI GIUSEPPE CONTE CONTRO IL GOVERNO: COSA È SUCCESSO

Nella giornata in cui l’Europa, Italia compresa, si “gioca” il futuro prossimo delle forniture gas dalla Russia (dopo il Decreto-minaccia firmato dal Presidente Putin), il Governo Draghi traballa per un nuovo “scatto d’ira” del leader M5s Giuseppe Conte sul tema delle spese militari in area Nato.



Dopo il vertice di oltre un’ora avvenuto martedì a Palazzo Chigi tra Draghi e Conte era emersa la netta distanza sull’aumento fino al 2% del PIL italiano delle spese militari, così come da accordi Nato del 2014. Il M5s aveva posto sul piatto il non voto del DEF dove vi sarebbe stato inserito tale impegno: dopo confronti serrati e preoccupate interlocuzioni degli altri partiti (Pd, Iv, FI, LeU e Lega), la quadra era stata trovata con le parole del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini che aveva parlato del 2028 come anno per raggiungere la quota fissata dalla Nato. La potenziale crisi di Governo sembrava così messa alle spalle, ma qualcosa è cambiato dopo la conferenza stampa del Premier Draghi con la Stampa Estera: a domanda specifica sull’incontro con il leader M5s, il Presidente del Consiglio ha risposto così «Nel Def non ci sarà nessun indicazione specifico sulle spese militari, ma la maggioranza terrà su tutto. Ad oggi non vedo nessun problema per il Governo: Conte mi ha chiesto l’allungamento dell’obiettivo delle spese Nato come 2% del PIL al 2030, io invece ho detto che si fa come il Ministro Guerini sosteneva, ovvero arrivando al 2028 come obiettivo finale. Poi anche il M5s ha fatto uscire comunicato che il 2028 era quanto richiesto da loro: quindi non ci sono problemi. Vincolo del 2024 era un’indicazione, dunque occorre perseguirlo con continuità e realismo, non c’è sorpresa nell’estensione dell’obiettivo fino al 2028».



CONTE, PAROLE DI SFIDA NELLA DIRETTA INSTAGRAM. RICHIAMATO POI DAL COLLE

A quel punto Giuseppe Conte avverte una una sorta di – la chiama – “mancanza di rispetto” tanto del Governo quanto degli alleati del Pd, in particolare Enrico Letta, che hanno parlato di gesto di irresponsabilità nel mettere a rischio il Governo in un momento così delicato come quello presente tra guerra in Ucraina e crisi energetica.

Il leader 5Stelle interviene così in una diretta Instagram-fiume dove più volte sbatte i pugni letteralmente sul tavolo e si infuria con gli attacchi mossi contro il M5s nelle ultime ore: «non accetto che ogni volta che poniamo una questione politica ci si accusa di volere una crisi governo. Vogliamo il rispetto da tutte le forze politiche». Non solo, Conte contesta anche la ricostruzione fatta da Draghi, anche se indirettamente: «due terzi dei Paesi NATO non rispettano impegno del 2024, perché avremmo dovuto rispettarlo noi?». Passa in rassegna tutti i partiti con rispettivi distinguo sulla posizione nei confronti del M5s, ma si sofferma soprattutto sul Pd: «L’alleanza con il Pd va avanti da tempo, abbiamo lavorato insieme e sperimentato un pacchetto importante di riforme. È chiaro però che io pretendo rispetto e dignità. Non posso accettare accuse di irresponsabilità. Non funziona così: non siamo la succursale di un’altra forza politica, non siamo succedanei di qualcuno». Al termine della diretta social, Conte ha spiegato di voler aspettare il Def cercando di capire a quel punto «quale programma economico e finanziario il governo presenta per ovviare a queste gravi difficoltà economiche e sociali. E poi controlleremo il rapporto tra le risorse per i cittadini e gli investimenti militari. Il governo ci spieghi ora dove trova le risorse per le armi e perché questa soglia del 2028 è compatibile, visto che ci ha detto che non può fare lo scostamento di bilancio». Al termine della invettiva del M5s, fonti del Quirinale e del M5s fanno sapere che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella era intenzionato a vedere di persona Giuseppe Conte: così è avvenuto, con la salita al Colle dell’ex Premier alle ore 17.30 circa.



CONTE DOPO VERTICE CON MATTARELLA: “NO CRISI DI GOVERNO MA…”

Quello con Giuseppe Conte, spiegano fonti del Quirinale all’Agenzia ANSA, «è stato un colloquio informativo come avvengono usualmente tra il presidente della Repubblica e i partiti politici. Il clima è stato disteso e costruttivo».

Dopo il vertice “chiarificatore” al Quirinale, ecco giungere la nota solo in parte distensiva del rinnovato Presidente M5s: «Continueremo a dimostrare grande responsabilità verso il paese nel continuare a sostenere il governo, ma non rinunciamo alle nostre posizioni: che nessuno si permetta di parlare di bandierine o di polemiche strumentali noi poniamo questioni politiche che riguardano la vita dei cittadini. Ho chiesto al Presidente Mattarella maggiore condivisione nel governo sul tema delle armi. Ho detto che il M5S è il partito di maggioranza relativa e pone questioni politiche: abbiamo mostrato responsabilità nel periodo più duro della pandemia e continueremo a dimostrare grande responsabilità». Nella giornata di oggi al Senato si votava il Decreto Ucraina (sull’invio di armi e aiuti a Kiev, ndr) dove il Movimento aveva accettato il voto di fiducia al Governo: anche su questo, Conte commenta non senza sorprese, «I parlamentari che hanno votato contro il Dl Ucraina sono fuori dal partito. Su questo decreto la linea è stata subito chiara. Siamo stati favorevoli alle sanzioni e con maggior sofferenza agli aiuti militari. Chi ha votato contro la fiducia a questo decreto è fuori dal Movimento». Dopo il vertice al Colle e dopo l’ordine di espulsione annunciato via nota, il Presidente Conte ha convocato in serata il Consiglio Nazionale del Movimento 5Stelle.