ASSEGNO UNICO, TAGLIO IRPEF E AIUTI ALLE FAMIGLIE: IL PIANO DEL GOVERNO MELONI VERSO LA MANOVRA 2025
Non sarà una Manovra di Bilancio “semplice” quella che il Governo Meloni è chiamato a presentare entro fine 2024: le spese aumentate per le famiglie e le aziende italiane si sono fatte sentire in questo anno, con l’inflazione tenuta a bada solo negli ultimi mesi. La presenza continua delle due guerre internazionali tiene le economie europee tutt’altro che in “crescita netta” anche se l’Italia in Eurozona è tra gli indici migliori: da ultimo, il reintegro del Patto di Stabilità (seppur modificato) porterà l’esecutivo a pianificare una Finanziaria che non possa sforare di molto il deficit garantendo al contempo il rinnovo del cuneo fiscale tagliato.
Il “mix” di questi impegni portano il Governo Meloni ad affrontare i prossimi tre mesi un percorso irto e aspro, sebbene i buoni risultati dell’economia in questi mesi possono far intravedere qualche “tesoretto” da poter impiegare per alcune misure chiave: non è un caso che è in questo contesto che si è generata nelle scorse ore la polemica sull’Assegno unico, con il retroscena di “Repubblica” che ipotizzava la cancellazione della misura chiave per gli aiuti alle famiglie. Il Governo prima con il MEF di Giorgetti e poi con la Ministra per la Famiglia Eugenia Roccella hanno smentito categoricamente tale ipotesi: «Il nostro governo non sottrarrà mai un solo euro alle famiglie, nei confronti delle quali il nostro impegno resta prioritario e trasversale a tutti i ministeri», ha sentenziato la titolare della Famiglia.
L’Assegno unico piuttosto verrà rimodulato e revisionato per capire come spendere i circa 20 miliardi di euro stanziati già lo scorso anno: come ha spiegato oggi ad “Affari Italiani” il presidente della Commissione Finanze alla Camera (in quota FdI) Marco Osnato, «Sicuramente c’è una premialità ridotta su natalità e per le famiglie numerose, sulla cumulabilità con ISEE e quindi anche su questo bisogna ragionare». Assieme all’Assegno per i figli, il Governo punta ad un deciso taglio delle tasse sul fronte ceto medio (garantendo gli identici sostegni alle categorie più deboli come nella scorsa Manovra, ndr) con l’ipotesi di una sforbiciata all’IRPEF dal 35 al 33% (alzando fino a 60mila € il limite del secondo scaglione).
AUMENTANO LE SPESE OBBLIGATE PER LE FAMIGLIE: NUMERI E RICHIESTE DI CONFCOMMERCIO
Come ha spiegato in esclusiva al “IlSussidiario” durante il Meeting di Rimini il vicepremier Matteo Salvini, la “combo” degli obiettivi di Governo nell’aiutare le famiglie riguarda tanto l’Assegno unico quanto il taglio appunto delle tasse: oltre al taglio del cuneo che verrà confermato in Manovra, il leader della Lega ha spiegato che ci sarà anche «L’esonero totale dei contributi previdenziali per le mamme lavoratrici con due o più figli, l’estensione del congedo parentale retribuito all’80% e il rafforzamento del bonus asilo nido». Sempre sul fronte famiglie, Salvini ha sottolineato la necessità di aiutare nel pagamento delle bollette, nei mutui bancari per le case e per il lavoro delle mamme senza “disagi”: in questo senso, rifinanziati saranno il Fondo di Garanzia agli under36 giovani e alle famiglie numerose, così come il contributo contro il caro energia.
È interessante e fa ben comprendere l’urgenza del tema famiglie quanto riportato oggi dal “Sole 24 ore” in merito alle ultime analisi di Confcommercio sulle spese “obbligate” che i nuclei familiari italiani sono costrette ad affrontare in questo particolare periodo storico. «Le spese obbligate, soprattutto quelle legate all’abitazione, penalizzano sempre di più i bilanci delle famiglie e di conseguenza riducono i consumi», spiega il presidente Carlo Sangalli al “Sole” sottolineando come è proprio sul fronte consumi e spese che si concentra la principale domanda interna in Italia. Secondo Confcommercio, per potere aiutare al meglio le famiglie con questa Manovra (e con quelle successive) occorre il più possibile accorpare le aliquote IRPEF e, soprattutto, «ridurre progressivamente, e in modo strutturale, il carico fiscale». Secondo i calcoli fatti da Confcommercio sull’anno scorso, le spese obbligate delle famiglie ammontano al 42% con un aumento secco di 5 punti dal 1995: tradotto in parole povere, «Quest’anno su un totale di circa 21.800 euro pro capite di consumi all’anno, oltre 9mila euro se ne vanno per il complesso delle spese obbligate con un più 348 euro sul 2019». Casa con gli annessi energia e gas in testa delle spese sostenute dalle famiglie, seguono il carburante, i generi alimentari e i beni/servizi.