Niente concessioni fino al 2033 come chiedevano stabilimenti balneari e mercati italiani, il Consiglio di Stato dà un brusco monito al Governo e agli stessi cittadini direttamente coinvolti: le concessioni balneari verranno prorogate «solo fino al dicembre 2023 al fine di evitare il significativo impatto socio-economico che deriverebbe da una decadenza immediata e generalizzata di tutte le concessioni in essere».
La sentenza del Consiglio di Stato fa seguito alle udienze dello scorso 20 ottobre: «Dal giorno successivo», ovvero dal 1 gennaio 2024, «tuttavia, non ci sarà alcuna possibilità di proroga ulteriore, neanche per via legislativa, e il settore sarà comunque aperto alle regole della concorrenza». I concessionari attuali potranno ovviamente partecipare alle gare nel 2024 ma non avranno più la concessione in essere, dovranno comunque sottostare alle regole della concorrenza e del mercato. Va ricordato che il Governo Draghi nell’ultimo Ddl Concorrenza (legge delega sul mercato del lavoro) non aveva preso una decisione definitiva sul tema concessioni proprio perché attendeva la decisione del Consiglio di Stato: non è da escludere ora una modifica di quel Ddl o l’inserimento diretto nella prossima Manovra di Bilancio in arrivo venerdì in Senato.
STOP PROROGA CONCESSIONI, LE PRIME REAZIONI
Lo slittamento delle concessioni prorogate al 31 dicembre 2023 riguarda in sostanza la possibilità data dal Consiglio di Stato per poter far organizzare la Pubblica Amministrazione e lo Stato le varie gare da bandire in ambito balneare e non solo. Da tempo l’Europa pressa l’Italia per concedere le liberalizzazioni delle concessioni balneari (con la famosa “Direttiva Bolkestein”) ma solo dopo questa ultima sentenza il Governo potrebbe effettivamente passare alla modifica delle norme, con immediata rivolta già “minacciata” da stabilimenti balneari, ambulanti e mercati che invece chiedevano la proroga delle concessioni fino al 2033. «Spiagge e mercati italiani non sono in svendita, si rassegnino i burocrati di Bruxelles e i loro complici: la Lega non ha mai permesso e non permetterà che il nostro lavoro e le nostre tradizioni vengano cancellati», è la reazione del leader della Lega Matteo Salvini. Per Marco Maurelli, presidente di Federbalneari Italia, la decisione del Consiglio di Stato è gravissima: «mette a repentaglio le oltre 30 mila famiglie che lavorano nel settore turistico balneare, decretando il blocco degli investimenti con gravi ripercussioni anche a livello occupazionale. In questo modo, infatti, si rende fortemente instabile un settore che conta circa un milione di lavoratori». Dai Verdi arriva invece l’ok alla presa di posizione del Consiglio: il co-portavoce Angelo Bonelli in una nota esprime, «ora il Governo può anticipare l’applicazione della Bolkestein anche rispetto alla data indicata dal Consiglio di Stato, considerato che da 15 anni la direttiva europea in Italia è stata sistematicamente disapplicata».