Tutti i provider di Spid, il sistema pubblico di identità digitale, potranno avere una nuova convenzione pubblica con l’Agenzia per l’Italia digitale: ciò è stato reso possibile grazie a un decreto con cui vengono ripartiti 40 milioni, a valere sul Pnrr, per far fronte ai costi gestionali.
Spid: IT Wallet, cos’è e perché è importante per il futuro
Intanto il Dipartimento per la trasformazione digitale di Palazzo Chigi ha comunicato agli operatori coinvolti nella trattativa che sarà necessario tenersi al passo coi tempi e misurarsi con le nuove regole del portafoglio digitale (IT Wallet) entro i prossimi due anni. Quest’ultima infatti che darà progressivamente sempre più spazio alla carta d’identità elettronica come sistema di autenticazione alternativo.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti, ha illustrato in una riunione tutti i cambiamenti in arrivo, dopo che a giugno erano stati condivisi nel Comitato interministeriale per la transizione digitale. Una norma in questo senso, potrebbe trovare spazio già nel prossimo decreto legge che sarà discusso (forse) il 7 agosto con varie misure su microelettronica e asset strategici, dovrebbe trovare spazio una norma che istituirà il portafoglio italiano dell’identità digitale, in previsione del progetto del Wallet europeo.
Spid: nuovo accordo tra gestori e Agenzia delle Entrate
Infatti questa tecnologia consentirà di avere sullo smartphone una serie di documenti: primo fra tutti la tessera sanitaria, la carta della disabilità, poi la patente di guida e a seguire altri “attributi” digitali, anche di fornitori privati. Ma nel caso dei servizi ritenuti più critici l’accesso a questo “portafoglio” – tramite l’app IO – non sarà possibile tramite Spid, ma solo con carta d’identità elettronica di livello 3.
La convenzione con i provider era stata prorogata fino al 30 giugno, ma poi è stata scritta una bozza del decreto di riparto dei 40 milioni con quote definite in base a tre dati calcolati sul triennio 2021-2023: numero di identità Spid rilasciate, incremento di quelle gestite, numero di accessi ai servizi delle Pa.
Il costo di investimento assegnato a ciascun provider, indipendentemente dalla dimensione, è stimato in circa 100 mila euro che saranno incassati solo al raggiungimento degli obiettivi prefissati ed eventuali avanzi saranno poi ulteriormente riparti tra gli operatori che sono risultati invece efficienti. Tutti dovrebbero lavorare all’It Walett che potrebbe aiutare tutti a convergere visto che per il segretario Butti la situazione è frammentata e non più sostenibile.