L’amministrazione Usa di Trump ha dato l’ordine di chiudere il consolato cinese di Houston, nel Texas. Si tratta di uno dei quattro che la Cina ha negli Stati Uniti oltre all’ambasciata di Washington. Il motivo? Come spiega Corriere della Sera in un articolo di oggi, gli americani sarebbero sempre più convinti che i cinesi abbiano infiltrato migliaia di spie nel loro territorio. Solo qualche giorno fa, commentando tale ipotesi Christopher Wray, direttore del Federal Bureau of Investigation aveva commentato: “Apriamo un fascicolo investigativo sulla Cina ogni 10 ore” e nelle ultime ore l’Fbi ha pubblicato un dossier sullo spionaggio da parte della Cina con tanto di volantino “Wanted”. Ad essere ricercati, Li Xiaoyu e Dong Jiazhi, presunti hacker abili ad introdursi nei server delle aziende estere, attivi da poco più di un decennio e già accusati di aver rubato segreti commerciali e proprietà intellettuale “per centinaia di milioni di dollari”. Secondo le ultime accuse, in questi mesi si sarebbero dedicati a ricerche sul vaccino per il Covid-19. Secondo le indagini i due ingegneri informatici avrebbero preso di mira una società biotech del Massachusetts il 27 gennaio e successivamente una della California che si occupava dello studio di possibili cure contro il Coronavirus lasciando però le loro tracce nei file di una azienda del Maryland a distanza di una settimana da quando i ricercatori avevano annunciato il loro lavoro sul vaccino.



“SPIE CINESI IN LABORATORI USA”: LA DECISIONE DI TRUMP

Le due presunte spie cinesi sarebbero finite nel mirino degli Usa già da molti anni e secondo l’Fbi Li e Dong sarebbero sotto contratto per il ministero della Sicurezza statale di Pechino (l’intelligence). Eppure da Pechino arriva la replica con tanto di smentita rispetto alle accuse mosse ai due cinesi: “Assurdità, siamo contrari a ogni forma di cyber attacco”. Per il portavoce del governo, le autorità Usa avrebbero violato le valigie diplomatiche della sede di Houston, infastidito il personale e “interrogato studenti cinesi, confiscando telefoni e computer”. Lo stesso portavoce ha osservato come gli Usa abbiano molto personale in Cina. Intanto dopo la decisione dell’amministrazione di Trump di chiudere la sede diplomatica entro tre giorni, non si sono fatte attendere le reazioni: i funzionati hanno dato fuoco ai documenti all’interno di un container nel cortile dello stesso consolato, mentre il portavoce del ministro degli Esteri cinese ha commentato: “La decisione improvvisa e unilaterale degli Usa segna una escalation senza precedenti e viola le norme internazionali, è una chiara provocazione politica”. Il rapporto tra le due super potenze è ormai ad un punto critico?



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