Egregio Direttore,

a giudicare dai resoconti dei media, sabato 24 giugno parecchie migliaia di persone hanno manifestato a Roma sul tema della salute sotto la guida della Cgil. Giusto, hanno fatto bene a esprimere il loro disagio di fronte a una sanità che presenta molte criticità, come del resto anche questo giornale spesso documenta.



Tutto bene, quindi? Non proprio, perché c’è un però che vorrei evidenziare.

Se scorriamo all’indietro nel tempo la lista dei ministri della Salute che si sono succeduti su questa bollente poltrona vediamo che: dal 22.10.2022 a oggi è ministro Orazio Schillaci (governo Meloni), dal 5.9.2019 al 21.10.2022 abbiamo avuto Roberto Speranza (governi Draghi e Conte II), dal 1.6.2018 al 4.9.2019 è toccato a Giulia Grillo (governo Conte), dal 28.4.2013 al 31.5.2018 ha guidati il Ministero Beatrice Lorenzin (governi Gentiloni, Renzi, Letta), dal 16.11.2011 al 27.4.2013 è stata la volta di Renato Balduzzi (governo Monti). Non c’è bisogno di essere fini politologi ed esperti di cose sanitarie per individuare l’area di appartenenza di tutti questi ministri. Bisogna risalire al biennio 2010-2011 per trovare un ministro della salute riconducibile a un governo (pur con tutti i distinguo del caso) in qualche modo in linea con l’attuale (dal 15.12.2009 al 15.11.2011 ministro fu Ferruccio Fazio nel governo Berlusconi IV).



Non voglio indurre l’idea che se la sanità di oggi presenta molti aspetti critici questi siano stati causati dai ministri/governi che si sono succeduti in questi ultimi 10-12 anni, però è certamente difficile ipotizzare, come invece si dedurrebbe dagli interventi di chi ha parlato (Landini: “La bussola resta la Costituzione: non permetteremo nemmeno a questo governo di cambiarla”; Schlein: “Una battaglia che ci sta molto a cuore”; Conte: “Non accetteremo che la sanità continui a fare la Cenerentola”, Fratoianni: “È il momento di dire basta a una lunga stagione che ha privatizzato la sanità”; giusto per fare degli esempi), che tali criticità (mancanza di personale e di risorse, lunghi tempi di attesa, intasamento dei pronto soccorso, milioni – secondo Landini – di persone che rinunciano alle cure, per citare gli argomenti più gettonati) vadano attribuite all’attuale governo (a prescindere da cosa si pensi del suo reale operato).



Forse che prima del ministro Schillaci queste problematicità non c’erano e adesso, improvvisamente, sono emerse? Sappiamo bene tutti che non è così. Forse che le sigle che hanno organizzato la manifestazione in questi anni sono state in ferie o si sono interessate ad altre questioni? Non sono così assiduo nel prendere nota delle loro attività per poter dare un motivato giudizio, ma non mi pare che siano state altrettanto vigili e determinate (come oggi sembrerebbe o pretenderebbero) sulle gravi e “inaccettabili” (parole di Landini) questioni sanitarie.

So che a pensar male si fa peccato (e nel caso vedrò di confessarmi), anche se spesso ci si azzecca, ma non posso evitare di esprimere un “cattivo” pensiero: siamo sicuri che l’interesse dei manifestanti, o di chi li ha coordinati e organizzati, sia al “diritto alla salute” e non invece che il reale interesse sia al “ministero della Salute”?

Certo, vedere alla manifestazione anche l’ex Premier Conte, che ha gestito la sanità nel periodo pandemico (con il ministro Speranza) con le modalità che tanti hanno criticato e che hanno fatto persino (giustamente o meno poco conta) muovere le Preture, e premesso che lui ha tutto il diritto di manifestare su ciò che vuole, non può che provocare ilarità e mostrare mancanza di senso del ridicolo, a ulteriore conferma che in gioco non c’è l’interesse alla salute ma quello al ministero della Salute.

Cordialità.

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